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6.3.1407. Un cane impiccato in piazza

6 marzo 1407 – “A dì 6 di marzo fu fatto in piazza appresso alla campana una forca piccola alla quale fu condotto a suono di trombe un cane e impichato per la golla. Dopo fu arso con fuoco e paglia”.

Che ha fatto di male, questo povero cane, per meritarsi di morire impiccato e venire poi bruciato? Nulla, se non essere chiamato cane, come Cane è il cognome del peggior nemico di Ottobuono Terzi, che in questi primi anni del XV secolo comanda su Parma.

Il 10 febbraio, il crudele condottiero Facino Cane è stato nominato governatore di Piacenza. Temendo che possa avere mire anche sulla vicina Parma, Ottobuono raduna un esercito e lo attacca per primo. Con l’aiuto di Jacopo Dal Verme, il 3 marzo Ottobuono sconfigge le truppe di Facino Cane a Rosate, nel pavese, catturando 140 ufficiali e 1.800 cavalli.

Ma Facino riesce a scappare, rifugiandosi ad Alessandria. Per festeggiare la vittoria, non potendo giustiziare il Cane, viene ammazzato un cane…

L’idea è venuta a Pietro da Vianino, braccio destro di Ottobuono. Facino, Ottobuono, Pietro da Vianino: la Storia ricorda i nomi di questi condottieri di ventura associandoli alle peggiori scelleratezze.

L’episodio del cane impiccato è ricordato dallo storico Angelo Mario Edoari Da Erba, vissuto nel Cinquecento, da cui è tratto il virgolettato più sopra.

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