6.11.1909. Viva Darwin, che ha cambiato il mondo
6 novembre 1909 – All’Università di Parma si tiene la prima commemorazione in Italia per i 50 anni dell’Origine della specie di Carlo Darwin (nel 1909, non lo si dice Charles).
L’occasione è l’inaugurazione dell’Anno accademico. Il relatore è Angelo Andres. Il libro è uscito 24 novembre 1859 e da quel giorno è scoppiata una discussione di dimensioni globali. Ma quando si inizia a celebrare, vuol dire che la fase della polemica è finita: la selezione naturale diventa ufficialmente un pilastro della scienza contemporanea.
Su Darwin, qualcuno che litiga c’è sempre, ma non più sulla possibilità di rigettare il darwinismo, piuttosto su come interpretarlo. A Parma, ad esempio, abita il poeta Alberto Rondani (morirà nel 1911), fra i più noti critici italiani di Darwin. Non rigetta l’idea della selezione naturale, ma che questa riguardi solo gli individui: invece, la selezione favorisce quelle forme di vita che riescono a creare branchi, stormi, mandrie, perché sono i gruppi di esseri viventi che sopravvivono, non gli individui, sostiene Rondani con visione alternativa a quella dell’inglese.
Andres è più canonico, e si impegna a diffondere anche fra chi non è scienziato il darwinismo nei suoi caratteri originali. Celebra Darwin perché le sue idee hanno una profonda valenza filosofica, cambiano alla base il modo di pensare all’esistenza: “La ragione per cui il libro di Darwin ebbe tanta importanza, sta semplicemente nel fatto che esso rese accettabile a tutti gli spiriti colti, il principio della evoluzione”.
Angelo Andres, discepolo dell’inglese Thomas Huxley, evoluzionista già prima di Darwin, è ordinario di Zoologia, Fisiologia e Anatomia comparate dell’Università di Parma a partire dal 1° gennaio 1899. Il discorso di questo 6 novembre 1909, lo ripeterà con parole più semplici all’Università popolare il successivo 18 dicembre e sarà pure stampato.
Nel 1909, il ruolo di Darwin nell’evoluzione del sapere è celebrato in tutto il mondo. Non ricorrono solo i 50 anni dell’Origine della specie, ma anche i 100 dalla sua nascita. Come sottolinea anche Andres, le sue teorie non bastano a spiegare tutti i fenomeni dell’evoluzione organica, presentano a volte “contraddizioni tra i fatti e la teoria, alcune insufficienze o lacune. In taluni casi la selezione naturale appare insufficiente od inadeguata”, eppure, il suo apporto è stato tale da fare di lui un punto di svolta del sapere umano.
Il suo contributo più grande? Averci fatto capire di essere piccoli.
Andres paragona Darwin a Copernico: questo ha liberato il mondo dal geocentrismo, quello dall’antropocentrismo.
“Come Copernico tolse alla Terra l’onore di essere al centro dell’universo, così Darwin tolse all’Uomo l’illusione di essere un ente privilegiato”. “Ammettendo per l’uomo un’anima individuale ed immortale, devesi ammettere del pari che anche gli animali la posseggono; e non solo quelli a noi vicini, le scimmie; non solo i mammiferi tutti, gli uccelli e tutti i vertebrati, ma anche gli insetti, i molluschi, gli animali inferiori, gli infimi; devono aver l’anima anche i vegetali: alberi, arbusti, ed erbe e muschi ed alghe; anima persino ogni invisibile, minutissimo, ultra-microscopio microbo”.
Non siamo diversi dalle altre specie viventi, non dobbiamo sentirci superiori a loro né agire come se tutto esistesse solo per noi umani.