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5.5.1155. L’omaggio al Barbarossa

5 maggio 1155 – Federico Barbarossa, incoronato re d’Italia da pochi giorni, si accampa vicino a Parma e i cittadini ben volentieri rifocillano lui ed il piccolo esercito da cui si fa accompagnare.

È la prima volta che l’imperatore venuto dalla Svevia scende in Italia, ma le città della penisola imparano subito che conviene trattarlo bene. In Lombardia, ha già distrutto diversi centri che non accettavano i suoi diktat. Pure nel piacentino ha messo a ferro e fuoco alcuni abitati di campagna.

Fra alcuni anni, i Comuni capiranno di potersi opporre al potere imperiale unendosi, così da salvaguardare le libertà e la ricchezza dei municipi. Per ora, però, ci si deve accontentare di rabbonire l’imperatore, almeno quel tanto da non dargli pretesti per far danni.

E poi, è facile immaginare che un personaggio così attiri la curiosità della gente: si tratta pur sempre di un uomo cui Dio ha dato il dominio su una civiltà intera. Ed effettivamente, nove secoli dopo la sua nascita ancora si ricorderà il suo nome.

Devono dunque essere numerose le persone che arrivano all’accampamento messo in piedi per breve dagli uomini del Barbarossa. Lo hanno eretto accanto alla strada Claudia (via Emilia) e alla chiesa di San Nicolò, dove fra pochi anni un eremita costruirà il ponte per passare il Taro. Un accampamento fortificato, perché Parma è sì da sempre amica degli imperatori, ma non si sa mai quel che potrebbe succedere…

Barbarossa resta poco. La sua meta è Roma. Là il papa gli metterà la corona in testa per confermare l’elezione a imperatore. Del servizio dei parmigiani, Federico deve essere soddisfatto: lascia le sponde del Taro senza imporre alcun obbligo e senza devastare nulla.

Federico I Hohenstaufen detto il Barbarossa, miniatura da Storia della prima crociata di Roberto di Reims, Biblioteca Vaticana
Federico I Hohenstaufen detto il Barbarossa,
miniatura da Storia della prima crociata di Roberto di Reims, Biblioteca Apostolica Vaticana

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