Epoca Moderna,  Medioevo

4.7.1028. Quel muro di mille anni

4 luglio 1028 – Una dama venuta dalle terre dei franchi vende per mille lire d’argento una cappella privata posta ai limiti dell’area urbana di Parma. Quell’oratorio diventerà la chiesa di San Tommaso, in via Farini. E una parte dell’originaria struttura dopo mille anni c’è ancora.

La signora franca si chiama Ildegarda, moglie di Oddone di Piacenza. Non sappiamo perché sia proprietaria di un edificio sacro a Parma e nemmeno per quale motivo lo voglia cedere. Fatto sta che un prete – anche lui piacentino – glielo compra. Il nuovo titolare della cappella è il rettore della parrocchia di San Pietro di Paderna. Forse, alla chiesa sono legate delle rendite annue e questo rettore acquistandola fa un investimento per la vita. I benefici ecclesiastici, che esistono già da un paio di secoli prima dell’anno Mille, sono stati diffusi in particolare proprio dalle istituzioni franche.

Come che sia, quella cappella nel tempo cresce e un passo alla volta diventa parrocchia. L’edificio viene allargato e trasformato più volte. Solo nel 1786 prende la forma con cui ancora si presenta e la facciata viene rifatta definitivamente a metà Ottocento. Ma il muro di sinistra, su borgo Antini, pare essere sopravvissuto a tutti questi rimaneggiamenti, tant’è che l’antica porta di accesso, a metà della parete, ha la soglia circa un metro più in basso rispetto al livello della strada del Duemila. Questo passaggio da tempo immemore è tamponato con una sottile lastra di alabastro che lascia passare la luce, come le finestre di questo lato.

I reperti della Parma medievale precedenti al 1200 sono pochissimi. Assieme al muro nord di San Tommaso, ci sono solo l’esterno della sconsacrata chiesa di Sant’Andrea, il campanile di San Giacomo e il portale di San Quintino

Fra le tante persone ed eventi che questo tempio cristiano ha visto passare, merita di essere ricordata una sacra cerimonia di ringraziamento a Dio risalente al 21 dicembre 1521. Quel giorno, festa dedicata proprio all’apostolo Tommaso, tutte le autorità civiche, con grande concorso di popolo, celebrarono la vittoria nel Primo assedio di Parma: nell’estate precedente, la città aveva respinto l’assalto dell’esercito spagnolo di Carlo V e di papa Leone X. Viene scelta San Tommaso per la festa forse perché la difesa di Parma era guidata proprio da un Tommaso, Tommaso di Fois. Di questo evento è rimasto uno stemma del Comune di Parma, apposto proprio nel 1521, sempre sulla parte più antica della chiesa.

Il muro settentrionale della chiesa di San Tommaso, raro testimone della Parma medievale precedente al '200
Il muro settentrionale della chiesa di San Tommaso, raro testimone della Parma medievale precedente al ‘200
L'antico ingresso della chiesa di San Tommaso di Parma, oggi murato con una lastra di alabastro; l'interno mostra la distanza con il piano di campestio, che in mille anni si è alzato di circa un metro
L’antico ingresso della chiesa di San Tommaso di Parma, oggi murato con una lastra di alabastro; l’interno mostra la distanza con il piano di campestio, che in mille anni si è alzato di circa un metro

Lo scudo del Comune di Parma apposto in San Tommaso nel 1521 per celebrare la vittoria nella città nell'assedio portato da Carlo V; oggi lo stemma è nascosto dal moderno tabernacolo. Lo scudo è a forma di insegna con banda (pezza onorevole solitamente associata alla parte guelfa), sormontato da un elmo a bigoncia con cimiero a forma di pellicano che nutre tre pulcini
Lo scudo del Comune di Parma apposto in San Tommaso nel 1521 per celebrare la vittoria nella città nell’assedio portato da Carlo V; oggi lo stemma è nascosto dal moderno tabernacolo. Lo scudo è a forma di insegna con banda (pezza onorevole solitamente associata alla parte guelfa), sormontato da un elmo a bigoncia con cimiero a forma di pellicano che nutre tre pulcini
In San Tommaso sono infisse sul fianco meridionale le antiche insegne dell'arte dei fabbri, provenienti dalla chiesa di San Silvestro, che stava in piazzale San Lorenzo, soppressa nel 1809 e poi demolita
In San Tommaso sono infisse sul fianco meridionale le antiche insegne dell’arte dei fabbri, provenienti dalla chiesa di San Silvestro, che stava in piazzale San Lorenzo, soppressa nel 1809 e poi demolita

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