Cronaca,  Epoca Moderna

4.5.1612. La congiura dei nobili, decapitati in piazza

4 maggio 1612 – Si conclude il processo contro i feudatari congiurati che volevano assassinare il duca Ranuccio: tutti colpevoli, sono condannati a morte. Verranno decapitati nell’attuale piazza Garibaldi 15 giorni dopo.

Il complotto è stato ordito dalla famiglia Sanvitale, alla quale il duca vuole levare il feudo di Colorno. Il piano era di accoltellare Ranuccio durante il battesimo del figlio Alessandro all’interno della chiesa dell’abbazia di Fontevivo. Con lui, sarebbero dovuti morire anche lo stesso Alessandro, un altro figlio del duca, Ottavio, ed il fratello cardinal Odoardo.

Uno dei congiurati, Alfonso II Sanvitale conte di Fontanellato, viene però arrestato il 24 giugno 1611 per un presunto tentato uxoricidio – aveva sparato con l’archibugio alla moglie Silvia Visdomini e alla suocera Ginevra Scaioli – e nel corso dell’inchiesta che ne segue viene a galla il complotto contro i Farnese. Il progetto va a monte, con l’arresto di circa un centinaio di persone.

Ma sarà poi tutto vero? Ranuccio, da questa sentenza guadagna moltissimo, poiché i feudi dei colpevoli li incamera lui. Fra i condannati figurano Gianfrancesco Sanvitale feudatario di Sala, il conte Orazio Simonetta conte di Torricella e la moglie Barbara Sanseverino, che controlla Colorno, Pio Torelli conte di Montechiarugolo, Giambattista Masi feudatario di Felino, Girolamo da Correggio feudatario di Rossena. Sono tutti rei confessi, ma le confessioni sono arrivate solo dopo lunghe torture.

Chissà che il vero complotto non lo abbia ordito Ranuccio, per prendersi tutte quelle terre.

Il duca è clemente ed ai nobili commuta la condanna al trascinamento a coda di cavallo, impiccagione e squartamento dei cadaveri in semplice taglio della testa. Su un palco appositamente allestito, la prima decapitata è la Sanseverino. Poi il Simonetta, Girolamo Sanvitale, poi suo figlio, poi Alberto Sanvitale, il Torelli e infine il Masi. Impiccati Bartolomeo Revenzano, Oliviero Palladino e Onofrio maestro di casa del marchese Girolamo.

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