4.2.1924. Quando la droga ha iniziato ad avvelenare Parma
4 febbraio 1924 – La questura chiude la prima grossa indagine sullo spaccio di droga nella storia di Parma. Fra arresti e denunce, sono 19 le persone coinvolte nello smercio di cocaina, venduta all’interno di un casino, in borgo Tasso.
Già nella primavera dell’anno precedente, in questa casa di piacere due persone erano state arrestate perché trovate in possesso di 35 grammi di cocaina. Quando una famiglia in vista della città denuncia i pesanti problemi di salute di un figlio, evidentemente dovuti all’abuso di sostanze stupefacenti, e saputo che frequenta proprio quel postribolo, gli inquirenti fanno due più due e indagano per capire quanta cocaina transita davvero in borgo Tasso.
“La padrona”, la “Toscanina” e la “milanese”, tre prostitute di borgo Tasso, rivelano presto l’illecito. Alcuni grossisti si recano frequentemente a Bologna e Milano ad acquistare cocaina, che rivendono a Parma per 12 lire al grammo ad intermediari. Questi la portano alle prostitute, che la pagano fra 20 e 30 lire. A loro volta, la cedono ai clienti del casino fra 50 e 100 lire al grammo. La cosa va avanti da mesi, forse anni, e le prostitute ne ricavano fra 7.000 e 9.000 lire al mese. Per invogliare i clienti, loro stesse fingono di consumare droga in gran quantità. Un usuraio finanzia gli acquisti. La richiesta non manca mai, tanto che a merce finita, è successo di vendere magnesio facendo credere fosse cocaina.
Scoperta a metà Ottocento, la cocaina è stata usata per decenni come antidolorifico, finché non è emerso con chiarezza che è un veleno mortale e che crea dipendenza e quindi vietata.
A Parma, il primo caso di arresto per spaccio di cocaina è del 5 marzo 1921, quando una ragazza di 20 anni arrivata da Gualtieri viene sorpresa all’interno di un hotel a vendere un flacconcino di droga ad un’altra donna di 24 anni, incinta, per 12 lire al grammo. L’arrestata dichiara di essere solo un’intermediaria, di agire assieme al fidanzato e che lo stupefacente arriva da Milano.
Proprio nei primi anni Venti, a Parma è in corso una campagna di informazione tesa a mettere in guardia i molti consumatori (sono detti “cocainizzati”), con conferenze pubbliche, anche in carcere, e articoli di medici sui giornali.
In questo clima, gli arresti di borgo Tasso fanno scalpore. All’apertura del processo, il 6 marzo, l’aula di tribunale è così gremita che alcuni cercano di guardare arrampicati sui davanzali esterni delle finestre. Il procedimento si conclude con 12 condanne per spaccio e cinque assoluzioni e la chisura della casa di tolleranza in borgo Tasso.
Tuttavia, l’inchiesta non ferma lo spaccio di droga. Già nel 1927, il 29 novembre, un’altra indagine scopre che lo smercio da borgo Tasso si è spostato nei postriboli di piazzale Sant’Apollonia e di borgo Onorato. Otto persone sono tratte in arresto a Parma ed altre a Mantova e Milano, da dove proviene la cocaina.
È l’inizio di una storia che purtroppo non è mai terminata.