Cronaca,  Economia,  Età contemporanea

4.1.1955. La tangentopoli dell’Ingic

4 gennaio 1955 – Arrestati il segretario del Partito socialista e il direttore dell’Istituto delle imposte.

Il giovane Attilio Ferrari, segretario del Psi a Parma, e il direttore dell’Ingic Giuseppe Sassi finiscono in carcere con l’accusa di aver sottratto denaro all’Istituto delle imposte a vantaggio del partito, più volte a partire dall’autunno 1953, per un valore di un milione e 100.000 lire. Delle tangenti, per garantirsi l’appoggio socialista nel rinnovo degli affidamenti di riscossione delle tasse di consumo a Torrile e a Sorbolo.

L’inchiesta diventa presto scandalo. Fra i corrotti ci sarebbe anche il sindaco di Sorbolo Giancarlo Bertani, sempre socialista. Bertani scompare per evitare le manette e viene sospeso dalla carica a metà del mese; più avanti confesserà in parte le accuse. Sassi viene incriminato pure per aver pagato tangenti anche quando dirigeva l’Ingic di Catanzaro.

Ma è appena l’inizio. L’arresto di Parma del 4 gennaio 1955 era stato preceduto da altri in Toscana in ottobre e molti di più seguiranno nei mesi successivi. Si è aperto un vaso di Pandora e col passare delle settimane presunti corruttori e corrotti diventano decine, poi centinaia, migliaia. L’Ingic, per esser certo di poter continuare a raccogliere le imposte, finanzia ovunque i partiti in modo illecito, per un miliardo e mezzo di lire.

Alla fine, la magistratura indaga 1.183 persone in 50 città e ne rinvia a giudizio 600! È la prima tangentopoli della storia italiana.

La vicenda si concluderà oltre venti anni dopo, senza neanche una condanna.

Attilio Ferrari, nel 1968 viene eletto alla Camera, la quale, come per altri parlamentari coinvolti nello scandalo, nega l’autorizzazione a procedere con il processo.

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Succede il 4 di gennaio:

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