31.10.1565. Ottanta cannonate per Cristina di Svezia
31 ottobre 1656 – Alle tre del mattino giunge a Parma Cristina di Svezia, regina che ha abdicato al trono per seguire la fede cristiano-cattolica, non potendolo fare nel suo Paese così convintamente luterano.
Per accoglierla, sono stati predisposti sulle mura 80 cannoni, 400 mortaretti (piccole bocche da fuoco) e 300 spingarde, che sparano tutti a salve.
Cristina entra in Parma da porta Santa Croce con un corteo di 36 carrozze. Lungo il percorso fino al palazzo della Pilotta, su ogni finestra stanno candele accese ed ogni dodici metri due torce ardenti.
La regina, che alla morte sarà proclamata santa e sepolta nelle Grotte vaticane, resta a Parma fino al 4 novembre. In questi giorni le sono offerti i più belli spettacoli che la città può mettere in scena, dalle commedie a teatro alle parate militari.
Cristina ha 30 anni ancora da compiere. È diventata regina a sette anni. Educata nelle discipline e con i modi solitamente riservati ai maschi, ha effettivamente esercitato il potere nel grande regno di Svezia dall’età di 16 anni. È lei che ha messo fine alla Guerra dei 30 anni, l’ultima grande guerra di religione sul continente europeo, nella quale la Svezia è stato il grande soldato di parte protestante. Poi, improvvisamente, Cristina ha una crisi spirituale e decide di farsi cattolica, in una segreta cerimonia alla vigilia di Natale del 1654. È qui che inizia un lungo pellegrinaggio che la porterà anche a Parma.
Dopo la rinuncia al regno a Stoccolma, si reca a Roma, dove abita proprio in Palazzo Farnese, che era stato degli antenati dei duchi di Parma. Ma ha una vita dispendiosa e entrate incerte. Così riparte per andare a chiedere aiuto al re di Francia. La sosta a Parma avviene durante il ritorno da Parigi. In Francia ha ottenuto niente meno che il regno di Napoli, corona che non riuscirà però ad indossare mai.
Vagherà ancora, ospite di molte corti, fra Italia, Francia, Svezia e Germania fino a 1662, quando si fermerà definitivamente a Roma fino alla morte nel 1668. Non sono note altre sue visite a Parma.