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31.1.1673. Autopsie all’Università: i malati fuggono dall’ospedale!

31 gennaio 1673. Ranuccio II Farnese concede all’Università di Parma la salma di una donna morta da poco all’ospedale della Misericordia. Servirà al dottor Francesco Boldrini per una lezione sull’apparato genitale femminile: il duca ha accolto la richiesta di asportare l’utero di quel corpo prima di avviarlo a sepoltura, a scopo dimostrativo.

Le dissezioni dei cadaveri sono in uso da oltre in secolo, ma trovare il materiale umano necessario alle lezioni di anatomia resta difficile. A Parma, come un po’ in tutte le città, si usano per lo più i resti dei carcerati, che nulla possono per opporsi. Boldrini è venuto a insegnare a Parma dalla sua Vicenza nel 1670 solo con la garanzia di poter esercitarsi davanti al pubblico degli studenti. Ma non sempre i carcerati muoiono proprio quando serve al professore di “Chirurgia, Anatomia e Semplici”…

La dissezione sul corpo di una persona morta in ospedale è una novità che semina il panico. Qualche anno dopo, i conservatori della Misericordia ricorderanno che la concessione di una salma a scopi didattici “snudò lo spedale degli infermi”: i malati sono scappati tutti per paura di fare la stessa fine.

Nonostante questo, nel 1698 la facoltà di Medicina di Parma ha comunque il permesso di prelevare regolarmente, alla bisogna, corpi di persone defunte nell’ospedale, ma la cosa crea così tanti problemi che nel 1719 al docente di anatomia Felice Cizzardi viene chiesto di andare di notte a fare i suoi studi alla Misericordia, “con la più esatta segretezza”.

Nel corso del Settecento, tuttavia, le paure legate allo studio dei cadaveri andranno rapidamente scomparendo. Nel 1748, Almerico Pateri e Marco Aurelio Cavedagni possono portare i loro allievi all’interno del nosocomio di strada Santa Croce (via d’Azeglio) e tre anni dopo, proprio all’interno dell’Ospedale della Misericordia è istituita una Accademia fisico anatomica, guidata da Silvestro Antonio Ponticelli. I conservatori dell’ospedale provano ad opporsi alla novità, pure chiedendo che almeno agli uomini non ammogliati sia vietato guardare corpi nudi di donne defunte, ma non ricevono più ascolto.

Il teatro anatomico dell'Università di Parma a inizio Novecento
Il teatro anatomico dell’Università di Parma a inizio Novecento

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