Medioevo,  Politica

30.8.526. I lavori pubblici di Atalarico re Ostrogoto

30 agosto 526 – Atalarico diventa re degli Ostrogoti, aprendo un breve periodo di pace in Italia, parentesi fra le campagne di suo nonno Teodorico e la sanguinosa guerra greco-gotica che alla metà del secolo decimerà la penisola. Poiché Atalarico ha sì e no dieci anni, di fatto chi governa è sua madre Amalasunta, che vorrebbe avvicinare i goti allo stile di vita dei romani e che cerca di spingere i potenti a contribuire al bene comune, rimettendo in sesto le città che le invasioni barbariche hanno messo in crisi.

La cosa riguarda anche Parma. Due lettere di Atalarico inviate nel 529 – una alla nobiltà e al clero parmigiani e l’altra al prefetto della città Genesio – danno conto dei lavori pubblici realizzati in epoca gota e dei progetti per il suo regno.

Parma era stata notevolmente danneggiata nel V secolo, prima dai saccheggi degli unni di Attila, nel 452, quando gran parte della popolazione era fuggita in Appennino, poi dalle incursioni degli eruli di Odoacre e infine degli ostrogoti di Teodorico. Ma lo stesso Teodorico si era preoccupato di mantenere viva Parma:

“Il nostro avo [Teodorico], pure lui signore, con larghezza regale ricostruì la forma dell’antica opera”, scrive Atalarico. E anche: “Il nostro nonno signore [Teodorico] rigò d’acqua saluberrima anche la vostra città, con l’aiuto di Dio, in quanto soffriva di costante carenza d’acqua”.

Il re goto, cioè, ricostruì le mura di Parma, in forma quadrata come già nella prima città romana, e riparò gli acquedotti, evidentemente rovinati nei secoli precedenti.

Ora il nipote Atalarico vuole completare l’opera, ristabilendo anche i sistemi fognari, opera per la quale chiede il contributo economico dei maggiorenti di qui.

Bisogna che sia vostro interessamento aprire gli sbocchi delle cloache, per evitare che, bloccata da un sordido sbarramento, un’onda di ritorno non investa la vostra casa”. “Se qualcuno assume qualcosa con la bocca, da un’altra parte lo riverserà quando il corpo è rilassato. Perciò la tua sublimità [oh Genesio] farà che i municipali parmensi si attengano a quest’opera attivamente, perché puliscano diligentemente gli antichi condotti sia sotterranei che quelli che sono si collegano ai lati delle grandi strade, affinché, mentre il liquame defluisce costretto da voi in modo consueto, nulla sia ritardato dall’ostacolo del letame trascurato”.

Come fa il re ostrogoto a convincere sia i suoi che i romani ad impegnarsi nell’igienico progetto? Si appella al “civicus amor” (l’amore civico), ma se non bastasse, chi non partecipa perderà il diritto di usare l’acqua degli acquedotti: “coloro che fossero da allontanare dalla familiarità civica, si punissero con l’interdizione dall’acqua. Perciò tanto l’accordo unanime si deve applicare alla cosa più utile di tutte, chè non ha animo da cittadino colui che non è toccato dalla bellezza della sua città”.

Atalarico ritratto su una tremisse
Atalarico ritratto su una tremisse

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