
30.7.1789. Ravanet esploratore in capo al mondo
30 luglio 1789 – Salpa la spedizione dell’esploratore Alessandro Malaspina. A bordo delle fregate Descubierta e Atrevida che salutano Cadice è anche il parmigiano Giovanni Francesco Ravanet, imbarcato come disegnatore, formato all’Accademia di belle arti della Pilotta.
Raggiungono Montevideo, doppiano Capo Horn, risalgono tutta la costa pacifica delle Americhe fino in Alaska, ridiscendono in Messico, attraversano il Pacifico arrivando alle Filippine, toccano numerose isole fino all’Australia e alla Nuova Zelanda, l’ultima tappa prima di riprendere la via dell’Europa sempre attraverso Capo Horn è Tonga.
La spedizione termina il 21 settembre 1794.
In questo lungo viaggio Ravanet scopre una vocazione da ritrattista. Invece che le solite vedute di luoghi, l’artista dedica infatti tutto il suo lavoro ai primi piani delle persone che incontra, colpito dai diversi tratti del volto delle popolazioni in cui gli esploratori si imbattono, dai loro modi di vestire, dagli addobbi.
Molte sue opere hanno oggi un forte valore storico, poiché testimonianza di gruppi etnici e culturali poi scomparsi. È anche il primo a ritrarre i cosiddetti pellerossa del Nord America ed i gli stili di vita del nuovo Messico nato dall’incontro fra amerindi e spagnoli.
Senza i suoi disegni, la spedizione avrebbe potuto finir male: alle isole Vavau, vicino a Tonga, gli indigeni non vogliono far ripartire quei curiosi bianchi, allora Ravanet disegna una ragazza europea dall’espressione marcatamente malinconica e inquieta, spiegando che è la sua fidanzata che lo attende, e che lui deve assolutamente partire per tornare da lei. Il re Vuna ordina allora di lasciare salpare gli esploratori e vorrebbe pure che fosse imbarcato un suo parente, perché possa arrivare in Europa e sposare qualche ragazza bella come quella che ha visto nel ritratto.
Purtroppo, le disgrazie politiche di Alessandro Malaspina impediranno la pubblicazione della relazione della spedizione, che avrebbe dovuto contenere le incisioni ricavate dai ritratti di Ravanet. Ravanet continua a praticare l’arte, ma non abbandona neppure il gusto dell’avventura: è lui a raffigurare il primo pallone aerostatico che fa volare un uomo sopra al parmense.





