
30.6.1886. La prima volta di Arturo Toscanini
30 giugno 1886 – Arturo Toscanini, un po’ per caso e molto per talento, per la prima volta prende in mano la bacchetta per dirigere un’opera.
Siamo al Teatro Lirico di Rio de Janeiro e il cartellone presenta l’Aida di Giuseppe Verdi della compagnia Claudio Bianchi. A dirigere dovrebbe essere Carlo Superti, chiamato a sostituire il fischiatissimo Leopoldo Miguéz. Ma pure Superti è accolto sul podio dai fischi, e pure da insulti. Il direttore si rifiuta di continuare. I musicisti parlano fra loro e nella concitazione del momento tutte le voci si concentrano su un solo nome: Arturo Toscanini, che è lì come violoncellista.
Lui conosce l’Aida a perfezione ed evidentemente le sue capacità sono già state notate dai colleghi.
Ignorando il rumoreggiare del pubblico – fra il quale è anche l’imperatore del Brasile Pedro II –, Toscanini si posiziona di fronte all’orchestra e attacca col primo atto. Muove la mano dalla prima all’ultima nota sempre a memoria.
È uno spettacolo straordinario, non solo perché il mondo scopre allora la bravura di questo parmigiano destinato al mito, ma anche perché ad un certo punto la soprano Nadina Bulicioff smette di cantare per annunciate l’intenzione di liberare i suoi sette schiavi, una chiara protesta contro lo schiavismo che era ancora alla base dell’economia brasiliana.
Toscanini è seccato da quell’interruzione, ma applaude. Pedro II è affascinato dalla Bulicioff e nel giro di un anno approverà l’abolizione della schiavitù votata dal parlamento, meritandosi così il titolo di “Magnanimo”.
Toscanini è nato a Parma il 25 marzo 1867. Nel giorno che lo vede diventare direttore d’orchestra ha appena 19 anni. Poserà la bacchetta solo fra 68 anni, quando ne avrà 87, dopo un ultimo concerto a New York il 4 aprile 1954.


