30.4.1966. Il primo parco naturale in Emilia
30 aprile 1966 – “Costituisce un vasto complesso di quadri naturali d’incomparabile bellezza panoramica per l’armonico comporsi di rilievi collinari e montuosi con fitti boschi di faggeti, castagneti e piante rare pregiate, godibile dalle strade di Maiatico, Talignano fino alla località detta Capanna per tutta la costa fino alla strada vicinale di Codogno”.
Con questa motivazione, un decreto ministeriale dichiara i Boschi di Carrega zona di “notevole interesse pubblico”. È sulla base di questo decreto che nel 1982 i Boschi fra Sala e Collecchio sono eretti Parco regionale, il primo in tutta l’Emilia-Romagna. Il provvedimento, sostenuto dai Comuni limitrofi, ha impedito quelle lottizzazioni degli anni ’70 e ’80 che hanno sfregiato il paesaggio di buona parte d’Italia.
L’area dei boschi si estende su 2.800 ettari, anche se il Parco vero e proprio ne ricomprende solo 1.270, dei quali circa mille effettivamente a bosco. La gran parte degli alberi sono castagni e faggi, per lo più nati a inizio Novecento. Ma qui tutto è bosco da sempre, perché fin dal XVI secolo l’area è stata tenuta come riserva di caccia.
Oggi, le aree protette nel parmense sono 26, che insieme coprono 32.000 ettari. La più estesa è la parte emiliana del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, giovanissimo istituito il 21 maggio 2001. Mentre la più piccola è la Roccia Cinque Dita, un piccolo affioramento ofiolitico sul crinale fra val Ceno e Val Nure, con picco a 1.092 m s.l.m.: sono protetti i 4 ettari della pendice parmense e i 17 di quella piacentina.