Epoca Moderna,  Ritratti

30.11.1771. Teresa, la ballerina spia che fece girare la testa a tutti

30 novembre 1771 – Il filosofo Pietro Verri scrive al fratello Alessandro per esprimere il grande apprezzamento che prova verso la ballerina Teresa Fogliazzi. Non solo è divina quando danza, ma Verri ha scoperto essere pure l’unica brava attrice italiana al mondo: “Ho ascoltato una volta in mia vita a declamar bene in italiano, ed era la Fogliazzi“.

Verri l’ha incontrata a Vienna o a Milano, quando recita ne la Zaira di Voltaire, tradotta da Gasparo Gozzi.
Corteggia la ragazza, resistendo alle rimostranze del padre, ma senza successo. Il filosofo è solo l’ultimo di una lunga lista di illuministi e libertini che davanti alla Fogliazzi perdono la testa.

Lei è bellissima, aggraziata, intelligente e sa di esserlo.

Ha iniziato la carriera a Parma, la sua terra, nel 1745, con alcune coreografie inscenate al Teatro Ducale per il dramma musicale Siface di Leonardo Leo. Ha solo 12 anni. È un successo. E da lì passa ad esibirsi su palcoscenici di sempre maggior pregio, ovunque appaluditissima.

Pare non ci sia uomo d’ingegno che non se ne invaghisca. Pietro Metastasio afferma: “Ella mi par degna d’accrescere il numero delle Grazie. Ho avuto bisogno di tutto lo stoicismo d’Epitteto per difendermi dai suoi lacci“.

Giuseppe Parini, altro innamorato respinto, pensando al dolore che gli ha lasciato Teresa Fogliazzi compone il carme Di sé stesso, che suona così. “Quell’io che già con lungo amaro carme / Amor derisi, e il suo regno potente / […] Io scornato abbassando gli occhi rei / Seguo il mio fato; e il fier nemico esulta. / Imparate a deridere gli Dei“.

Fra gli suoi spasimanti figura pure il celebre Giacomo Casanova. Ma neppure lui riesce a conquistarla e deve accontentarsi di rubarle un ritratto. Lei ha occhi solo per un altro ballerino, tal Gasparo Angiolini, che poi sposa, a 19 anni. “Una donna di teatro innamorata è inconquistabile, a meno che non la si possa conquistare in forza di denaro, ma io non ero ricco“, annota con una punta di accredine Casanova nel suo diario.

A Vienna diventa prima ballerina del Teatro imperiale. Il cancelliere austriaco Wenzel Anton von Kaunitz fa di lei la sua favorita, scalzando la famosa cantante Caterina Gabrielli (“La vezzosa Fogliazzi usurpa il vanto cui Gabriella ebbe del conte il posto“, recita un verso di un poema dell’erudito veneziano Girolamo Ascanio Molin).

Cos’è che rende tanto affascinante questa ballerina parmense del Settecento? Il fatto che dietro alla bellezza ci sia una testa vivace e curiosa. Un giornale culturale fiorentino, nel 1756 di lei dice: “contro l’uso delle donne si applica agli studi eruditi, e si diletta molto delle buone Poesie“.

Così, quando va a vivere a Milano in piazza della Passione, il suo diventa uno dei salotti più frequentati dagli intellettuali: sono di casa Cesare Beccaria, l’architetto Giuseppe Piermarini, il poeta Gian Carlo Passeroni, il politico Fedele Sopransi, il pittore Andrea Appiani.

Teresa ha un segreto. La vasta tela di relazioni che ha saputo tessere, porta alla Fogliazzi le confidenze di molti uomini in vista. E lei diventa una spia del banchiere Antonio Greppi, che serve Vienna nel governo della Lombardia. A Greppi, Teresa mostra le lettere e ripete i segreti che le sono stati sussurrati all’orecchio tanto dai suoi amici austriaci che da quelli italiani. In cambio, il ricco banchiere la riempie di regali costosi: una saliera d’oro massiccio, diversi anelli, cibi raffinati, forse anche la pelliccia che la danzatrice indossa quando segue il marito in Russia.

Si fossero accorti di questa macchia di cupidigia nel lindore di grazia e intelletto, probabilmente la fila di ammiratori di Teresa Fogliazzi sarebbe stata più corta.

Teresa Fogliazzi col marito Gasparo Angiolini in una stampa del 1755 ca.
(Parigi, Museo dell’Operà)

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.