30.10.1907. Gabriele D’Annunzio e l’amico Ildebrando
30 ottobre 1907 – Gabriele D’Annunzio viene a Parma per incontrare il compositore Ildebrando Pizzetti. I due artisti collaborano per rifinire la tragedia La nave, che andrà in scena a Roma per la prima volta nel gennaio successivo.
Il musicista ospita il vate nella sua nuova casa in viale allo Stradone al civico 17 e gli presenta la moglie e la figlia.
“Non posso ricordare senza commozione la sera lontana in cui per la prima volta conobbi la dignità della sua vita e la bellezza della sua musica. Anch’egli, certo, non può ricordarsene senza tremito. E la gloria di domani forse non vale per lui il fervore di quell’incontro fraterno”,
dirà di quella giornata D’Annunzio.
Pizzetti è un giovane ancora agli esordi, e difatti sulla copia di partitura a lui destinata, D’annunzio scrisse: “A Ildebrando da Parma questa Nave che porta in poppa la sua nascente gloria”. La collaborazione è iniziata grazie al coraggio un po’ sfacciato del giovane compositore, che a 25 anni scrive a D’Annunzio, inviandogli un saggio della sua musica ispirato proprio a La Nave, e questo basta per conquistare lo scrittore.
Il sodalizio fra il poeta ed Ildebrando Pizzetti dura a lungo. Questo scriverà le musiche per la lirica I pastori nel 1908, per la commedia La Pisanella del 1913, per la tragedia Fedra del 1915. Nel 1913 Pizzetti inizierà a musicare anche la tragedia La fiaccola sotto il moggio, poi ribattezzata Gigliola, ma il lavoro rimarrà incompiuto. E qui la collaborazione si interrompe. Non però la stima.
In uno dei loro ultimi incontri, D’Annunzio dona a Pizzetti La figlia di Iorio, un gesto presentato quale “pegno e monumento d’amore”. Questa tragedia pastorale era già stata trasformata in opera lirica da Alberto Franchetti nel 1906, ma anche Pizzetti vuole farla sua e ne trae una rappresentazione che andrà in scena solo nel 1954, un omaggio a D’annunzio ormai trapassato.