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3.7.1844. La prima fotografa a Parma

3 luglio 1844 – “È giunta a Parma la signora Dubray, parigina, che fa ritratti col dagherrotipo, al prezzo di 10, 12 e 15 lire l’uno, secondo le condizioni del ritratto stesso. Ella ha stanza in Casa Grassetti, B.° Felino, dove potrà dirigersi chi voglia giovarsi dell’opera sua. Parecchi ritratti ottenuti con questo metodo di recente invenzione sono stati da lei esposti al Pubblico, e ne vennero ammirati alcuni di singolare bellezza. E qui pure già ne ha ottenuti di belli”.

Questo annuncio è pubblicato dalla Gazzetta di Parma il 3 luglio 1844. È la prima volta che qualcuno scatta fotografie in città.

Il dagherrotipo è stato inventato nel 1839 a Parigi da Louis Daguerre e a diffonderne la conoscenza in Italia è un parmigiano, il grande fisico Macedonio Melloni, che gli dedica una conferenza all’Accademia delle Scienze di Napoli il 12 dicembre 1839, discorso poi stampato e letto in tutta la penisola.

Josephine Dubray, nata in una famiglia di artisti, è allieva proprio di Daguerre. Nel 1842, a 24 anni, arriva a Genova e inizia la sua attività di fotografa itinerante fra Emilia e Toscana. Forse ha lasciato la Francia perché incinta di padre ignoto. A Parma viene aiutata da Paolo Toschi, alla quale l’ha raccomandata il banchiere genovese Stefano Pescio. Il viaggio termina alla nascita del secondo figlio, nel 1847, avuto da un uomo conosciuto a Bologna, col quale resterà tutta la vita.

Non esiste più nessuna delle fotografie che la Dubray scattò a Parma. Anzi, nessuna di quelle che ha scattato nel corso dell’intera vita ha purtroppo resistito fino ad oggi.

Il primo dagherrotipista parmigiano fu invece probabilmente Francesco Gibertini, classe 1804, un originale inventore. Non esercitò però l’arte a Parma, bensì a Napoli, dove si trasferì il 14 settembre 1842 iniziando subito a scattare ritratti. Nel corso della vita ne realizzerà oltre 10.000, dei quali solo sette sono ad oggi noti.

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