Cultura & Società,  Età contemporanea

3.3.1875. La Divina Commedia di Scaramuzza

3 marzo 1875 – Sull’albo nazionale che protegge i diritti d’autore viene registrato il capolavoro di Francesco Scaramuzza: l’illustrazione della Divina Commedia. Duecentoquarantadue incisioni concluse “dopo diciassette anni di lavoro continuo, di dodici, di quattordici e anche di sedici ore al giorno”, come racconta il pittore Alberto Rondani, amico dell’artista.

A registrare l’opera è Giorgio Simona di Locarno, che l’ha acquistata prima che chiunque altro possa vederla.

Scaramuzza, parmense della Bassa, inizia a disegnare Dante nel 1836 per partecipare all’Esposizione nazionale di Milano, dove presenta una tavola a penna dedicata al conte Ugolino. Da lì, continuando a leggere Dante, nel 1857 decide di illustrare l’intera Divina Commedia.

Sono diverse le persone che sostengono questo suo progetto, come il dittatore delle Province emiliane Luigi Farini, che vorrebbe utilizzare i disegni di Scaramuzza per celebrare i 600 anni della nascita di Dante. Nel 1870 sono pubblicati alcuni dei suoi disegni, riprodotti con tecnica fotografica.

C’è però anche chi entra in concorrenza. È il francese Gustave Doré, eccezionale incisore, che dal 1855 è a sua volta impegnato nella rappresentazione di Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Scaramuzza critica Doré, perché spesso non aderente al testo di Dante: “egoista della propria imaginativa”, “ghiribizzoso infrattor del vero”, afferma il parmense. Ma sul mercato, nonostante alcuni giudizi critici di diverso orientamento, l’opera del francese offusca quella dell’italiano, tanto da spingere Scaramuzza a sospendere il lavoro. Ma dopo un breve periodo di sconforto, Scaramuzza incassa e si rimette a disegnare, riuscendo infine a raggiungere l’obiettivo.

Il 20 aprile 1876, per la prima volta i 242 disegni sono presentati in una mostra allestita a Parma. L’esposizione sarà replicata a Firenze, Roma, Napoli e Milano.

Scaramuzza non è riuscito a partecipare al 600° compleanno di Dante, ma nel 2021, il 700°, la sua opera è stata rilanciata con la prima edizione integrale a stampa ed una nuova mostra in Pilotta.

Autoritratto di Francesco Scaramuzza, 1837, «Ho moglie, ho tre figlie e non ho un soldo!!!!… 18 gennaio 1837 Buon proseguimento d’anno…!». Museo Glauco Lombardi
Autoritratto di Francesco Scaramuzza, 1837, «Ho moglie, ho tre figlie e non ho un soldo!!!!… 18 gennaio 1837 Buon proseguimento d’anno…!». Museo Glauco Lombardi

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