Cronaca,  Epoca Moderna

3.3.1520. Prete e monaco a duello

3 marzo 1520 – Arriva l’assoluzione per don Ugolino Lalatta, colpevole di aver voluto combattere un duello davvero fuori dal consueto.

È proprio in questa prima metà del Cinquecento che il duello da zuffa privata diventa istituzione di diritto. I vari Stati italici stanno ragionando sulle regole per queste sfide di riparazione alle offese. E il caso di Lalatta è emblematico del cambiamento in corso.

Lalatta è un prete, di nobile famiglia, esponente di uno dei maggiori casati di Parma. È canonico della cattedrale, uno dei fabbricieri, addetto alla manutenzione del Duomo. Un diplomatico, che ha gestito delicate ambascerie e difficili trattative sia per conto del vescovo che del Comune.

Era successo, per motivi sconosciuti, che si fosse attirato l’odio o l’invidia di un monaco, tal Francesco Mozzani. Questo, attorno al 1515, gli aveva teso un agguato e lo aveva ferito. Nulla di grave, ma don Lalatta se lo è legato al dito.

L’occasione della vendetta gli capita due anni dopo. Il 1° novembre 1517, uscendo dalla Cattedrale, incontra fra Mozzani per strada. Subito sguaina la spada o uno stiletto e gli chiede conto di quanto successo quella volta. Gli intima di mettersi in guardia. Non si sa con cosa si sia difeso il monaco. Lo scontro è breve ma cruento. Questa volta ad uscirne ferito è il monaco, ferita profonda, serissima, che lo uccide nel giro di pochi giorni.

Lalatta è processato per omicidio. Lui si difende parlando della macchia sul proprio onore, che doveva lavare. Sfidare un chierico non è concesso: ma quel giorno, il Mozzani era in abiti civili e non aveva neppure la tonsura sulla nuca; con tali argomentazioni si è difeso Lalatta. Un duello improvvisato fra un prete ed un monaco, di esito mortale. Il verdetto non può che essere di colpevolezza: Lalatta è condannato in contumacia dal pretore di Parma.

Eppure, nel giro di pochi mesi, la sentenza viene ribaltata. Direttamente il re di Francia Francesco I (in questi anni per breve tempo Parma è governata da Parigi), il 5 giugno 1518 stabilisce che in quello scontro non vi è colpa. È stata una forma di legittima difesa, difesa dell’onore. Questa versione è condivisa poi dal Senato e di nuovo dal re in questo 3 marzo, l’atto definitivo.

Il sigillo del re su questa grazia è un modo per sancire la legittimità dei duelli, che si continueranno a combattere per tutti i 400 anni successivi. A Parma, si registrano duelli ancora nei primi decenni del Novecento. In Italia, solo nel 1930 il duello sarà messo chiaramente fuori legge e solo nel 1999 cancellate le attenuanti per i “reati cavallereschi”.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.