Cronaca,  Età contemporanea,  Politica

3.10.1849. I cinque anni del randello

3 ottobre 1849 – “Questa mattina alle ore 11 nella piazza della Reale Cittadella sotto il comando del sig. Capitano Scarabelli”, viene eseguita la condanna alla bastonatura dei giovani T.A., T.G. e B.F. di Soragna, arrestati l’11 settembre per aver cantato canzoni che elogiavano l’Italia.

Dopo i moti del 1848, il duca Carlo III decide di tenere a bada i suoi sudditi con la violenza. Per alcuni anni, ogni minimo segno di critica al governo viene punito a legnate.

In cinque anni, i sovversivi – veri o presunti – condannati alla bastonatura nel Ducato di Parma sono circa 300. Questi dovevano camminare fra due file di soldati armati di randello o verga ed ogni soldato colpiva il poveretto. Era legato, così se cadeva a terra poteva essere sollevato a forza e trascinato ancora avanti.

Il sistema è introdotto a Parma da Luigi Bassetti, promosso colonnello e messo a capo dei Dragoni il 19 maggio 1949. Giusto tre giorni prima, Carlo III aveva istituito una Commissione per indagare sulla condotta politica dei parmensi. Bassetti ne è il presidente.

Bassetti è una sorta di tenente Žerebjatnikov di Dostoevskij: “un raffinatissimo gastronomo in materia punitiva”. Il suo contemporaneo Alfonso Cavagnari lo definisce “il più frenetico infliggitore della pena del bastone ed il più malvagio”. L’avvocato Carolippo Guerra, anche lui coevo, racconta che Bassetti, “in cinque anni si raccolse un odio uguale o da più di quello che uccise il cavaliere colonnello Anviti! Inspirato da questo maniaco, il Duca a contenere i suoi sudditi applicò la pena del bastone”.

T.A., T.G. e B.F. di Soragna sono bastonati dopo un processo e il numero di legnate è stabilito dal giudice: 30 colpi al primo, 15 al secondo, 20 al terzo. Ma ben presto ai gendarmi viene lasciata libertà di randellare secondo il loro giudizio. Il 23 ottobre 1849, infatti, “il Nostro Augusto Sovrano ordina che quando si tratta o di dileggi, o di insulti al militare, o di dimostrazioni liberali fatte in pubblico, sia applicato ai colpevoli quel numero di nervate che possa essere giudicato meritare giusta il fatto”.

L’epoca delle bastonatura dura cinque anni.

L’oppressione di regime provoca effetti contrari a quelli cercati. Invece che sopire i desideri di rivoluzione, fra i parmigiani si moltiplicano complotti ed attentati, fino all’uccisione dello stesso duca Carlo III il 26 marzo 1854. Due giorni dopo la sua morte, Bassetti è rimosso dalla carica di Ispittore militare della Gendarmeria. Di lui non si sentirà più parlare. E anche il bastone libero scompare dall’armamentario delle gendarmeria di Parma.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.