29.9.1920. I parmigiani scoprono pallavolo e basket
29 settembre 1920 – I giovani della Scuola di applicazione di fanteria tornano a Parma ricchi di medaglie e coppe. A Firenze, hanno partecipato ad una manifestazione sportiva durata cinque giorni, riservata ai militari, dove si sono disputate gare di molti sport. Fra questi figura anche la “palla a volo”, ed è proprio la Seconda squadra della scuola parmigiana ad aggiudicarsi il torneo. I ragazzi che compongono questa squadra sono i primi ad aver mai praticato la pallavolo a Parma.
Il volley nasce negli Stati uniti d’America nel 1895, ma in Europa arriva solo nel corso della Prima Guerra Mondiale, portata dai soldati americani. Per questo si diffonde prima all’interno delle scuole militari che in contesti civili.
A Parma, è il generale Enrico Lodomez ad aver portato questo nuovo gioco. Lodomez è comandante della piazza di Parma ed è a capo anche della Scuola di applicazione.
La prima partita di pallavolo con pubblico pagante svoltasi a Parma è del 17 giugno 1923. A sfidarsi dalle due parti della rete sono di nuovo gli allievi della Scuola di applicazione, nel corso di una manifestazione ginnica organizzata per raccogliere fondi per la costruzione di una Casa del Soldato.
La gara si svolge presso la stessa scuola, cioè nel giardino del Palazzo del Parco ducale.
In realtà, l’evento attira pochi spettatori, anche a causa del cielo che minaccia pioggia. Le due squadre vestono una in bianco e l’altra in azzurro e sono capitanate da due insegnanti di ginnastica, il capitano Casassa e il maggiore Vincenzo De Giovanni.
Nella stessa giornata, sullo stesso campo, si disputa anche una gara di pallacanestro (“pallacesto”), probabilmente pure questa la prima mai giocata a Parma.
“Il maggior De Giovanni ha sfoggiato le sue belle doti di celerità, tempo, sicurezza di tiro. Questi due nuovi giuochi ancora assai poco conosciuti nella nostra città hanno un’influenza sommamente benefica sullo sviluppo armonico del corpo e su quello delle grandi funzioni. La palla-volo compensa mirabilmente lo sviluppo degli arti inferiori che si ha nel giuoco del calcio, e data la sua moderata intensità si presta assai anche all’educazione fisica femminile”, commenta la Gazzetta di Parma il giorno dopo, certo imbeccata dallo stesso De Giovanni.
“Negli ambienti sportivi si comincia ad apprezzare il valore di questi due giuochi e vi si dà una notevole diffusione. Noi ci auguriamo che anche le Società di Parma non trascurino di portare su di essi la loro attenzione”.
Perché questo auspicio si realizzi occorreranno ancora alcuni decenni. Ma dal secondo dopoguerra fino alla metà degli anni ’90, davvero Parma primeggerà nel mondo della pallavolo.