29.8.1940. Il prete dei capannoni
29 agosto 1940 – Il Corriere emiliano, alias Gazzetta di Parma, dà conto in poche righe della “iniziativa di costruire una nuova chiesa al ponte della Navetta, per servigio religioso di quella località”. Quel piccolo oratorio è oggi tutto ciò che resta dei cosiddetti “capannoni”, al tempo denominati “Asili comunali”, baraccopoli di Stato per gli sfrattati dell’Oltretorrente.
I quattro capannoni della Navetta, quartiere Montanara, sono forse i più noti. Costruiti nel 1934, ospitano cento famiglie, circa 500 persone, fatte sgomberare dal demolito borgo Carra.
Il primo a ricordarsi di quella gente ammassata in questi depositi di mattoni con servizi e lavandini in comune, è don Erminio Lambertini, trentenne, che dal 1° aprile 1940 è nominato addetto ai capannoni della Navetta e del Cornocchio. Come segno di attenzione e per dare un luogo di raduno alla gente dei capannoni, decide di costruire due chiese. Questa della Navetta è la prima.
Inizia una raccolta di offerte per acquistare il materiale necessario, ma in pochi aderiscono. Mille lire le mette il vescovo Evasio Colli, lo stesso don Erminio 200, il Comune ne aggiunge altre mille e fa sì che Mussolini – piccola propaganda – ne aggiunga 2.000. Ma il lavoro è tutto di volontariato: sono gli stessi abitanti della Navetta a prestarsi gratuitamente come muratori.
Il sito esatto per il nuovo oratorio è scelto il 21 settembre. Il 24 novembre l’edificio ospita la prima funzione religiosa, a mezzogiorno, anche se qualche piccolo lavoro è ancora da completare.
Don Lambertini è parroco di Santa Teresa, chiesa distrutta dai bombardamenti il 25 aprile 1944 (i resti dell’abside sono visibili in borgo delle Grazie). Qualche anno dopo, la Repubblica italiana assegna un finanziamento per la sua ricostruzione. La nuova Santa Teresa viene eretta in periferia, in via Isola, un quartiere sorto nel Dopoguerra (cambierà poi dedicazione in Santa Maria del rosario). E chi è che nel 1958 va ad abitare in questo nuovo rione? Proprio molte delle famiglie dei capannoni della Navetta e del Cornocchio, alle quali sono assegnate le case popolari di via Taro e via Colla.
Don Erminio Lambertini non è presente al grande trasloco, perché è stato trasferito a Colorno come cappellano del manicomio. Ma come è stato lui a permettere la costruzione delle cappelline presso i capannoni, così è sempre lui ad aver favorito l’edificazione di questa nuova chiesa per la sua gente, la gente dei capannoni.
Per il suo grande impegno, il 27 giugno 2011, Parma ha dedicato la piccola area verde dove sta la chiesetta costruita nel 1940 a don Erminio Lambertini, morto l’8 ottobre 1970, “al prèt di capanòn”.