29.7.1845. La città illuminata dal gas
29 luglio 1845 – La Società Sardo-Francese è incaricata di creare una rete di distribuzione del gas a Parma, da bruciare nei lampioni. La nuova illuminazione cittadina a gas sarà inaugurata due anni dopo il 2 giugno 1847.
“I più vecchi cittadini, che ancora rammentano come nei tempi andati a non voler battere il capo nelle mura, si era astretti andar la notte attorno, squassando un tizzo o a miccia, e tutti quanti coloro che ricordano l’illuminazione a petrolio del 1809 e quella ad olio d’olivo del 1825, levano a cielo i benefici effetti dell’attuale illuminazione a gasse”. Così la novità è descritta da Michele Leoni sulla rivista Il mondo illustrato pochi giorni dopo l’inaugurazione.
La Società Sardo-Francese ha costruito un’officina appena fuori porta San Barnaba (barriera Garibaldi). Qui il carbone viene distillato in due grandi forni ed il fumo che se ne ricava è più volte depurato. Il gas è raccolto in campane metalliche, i gasometri, che lo conservano in pressione. Dall’officina partono le tubature che riforniscono i lampioni nelle strade, ma anche le case private e i negozi che si abboneranno al servizio.
Per illuminare le strade ci sono 144 fanali a gas, in sostituzione di 80 ad olio. I nuovi lampioni stanno su pali o sono sospesi su mensole ad arabesco, con quattro fiammelle ciascuno. Venti lampioni sono in piazza. Saranno questi a servire Parma fino al 1890, quando inizierà l’era della lampadina elettrica, che in principio sarà energia rinnovabile, idroelettrica, essendo prodotta dal vecchio Mulino di Sant’Ulderico, a corrente continua fino al 1938. Dei lampioni a mensola di metà Ottocento qualcuno ancora si salva.