29.10.1776. Gli esperimenti didattici di Gaibazzi
29 ottobre 1776 – Nasce Antonio Gaibazzi, uomo dalla vocazione chiara: l’insegnamento.
Le esperienze in campo educativo avviate dal volonteroso e bravo maestro Gaibazzi sono fra le migliori di tutta la storia di Parma. A Borgo San Donnino fonda la scuola di mutuo insegnamento; in città la scuola per sordomuti.
Il mutuo insegnamento è il metodo messo a punto in India dall’inglese Andrea Bell attorno al 1797 e diffuso un po’ in tutta Europa al principio dell’Ottocento. Il maestro individua gli allievi più capaci e fa loro lezione, dividendo il resto della classe in gruppi, ai quali sono quei primi allievi a ripetere quanto appreso. Nel Ducato di Parma, Gaibazzi è l’unico ad aderire alla novità, diventando un modello in un contesto scolastico di scarsissima qualità: nella prima metà del XIX secolo, molti insegnanti nel parmense vanno in cattedra solo per avere una rendita, privi di qualsiasi competenza.
Gli allievi di Gaibazzi sono tantissimi ed hanno le età più diverse. Con lui, ad esempio, impara a leggere e scrivere quando ha già 21 anni lo scrittore Carlo Malaspina.
La scuola per sordomuti, al contrario, è piccolissima, al principio per solo quattro allievi, il minore di 8 anni, il più anziano di 40. Tutti e quattro lavorano e i padroni non concedono più di due ore al giorno per venire a lezione. Uno di loro, proprio l’unico che si impegnava davvero, muore presto; per non far cadere l’iniziativa, Gaibazzi si mette in caccia fra le famiglie di Parma, chiedendo di non tener nascosti i figli e fratelli sordomuti, ma di mandarli alla sua scuola, perché possono imparare a comunicare. Gli allievi salgono a sette e la scuola va avanti.
Prima di Gaibazzi, a Parma non c’è mai stata una scuola per persone prive di udito, anche se uno dei pionieri di questo insegnamento è un parmigiano. Nel 1757, il fontanellatese Federico Sanvitale aveva scritto il primo trattato in Italia sul modo di insegnare ai sordomuti, ma lo pubblica a Brescia, dove era stato inviato dall’ordine cui apparteneva, la Compagnia di Gesù. Prima di lui, i rari maestri che si dedicavano agli audiolesi lavoravano in gran segreto, per non avere concorrenti; il Sanvitale abbatte un muro e spinge anche altri a costruire manuali. Come quelli utilizzati anche da Gaibazzi.
Gaibazzi insegna utilizzando le pochissime conoscenze del tempo: un paio di libri in Palatina, qualche consiglio da un insegnante di Genova che aveva avviato un’uguale attività. La scuola è del tutto gratuita, la classe è la casa di Gaibazzi, che paga di persona ogni spesa, finché, nel 1841, nell’ambito di una generale regolamentazione dell’educazione nel Ducato, la duchessa Maria Luigia non riconosce l’istituto e assegna un compenso al maestro.
Ma non basta a dare continuità al progetto. Gaibazzi muore il 21 settembre 1839 lasciando un potenziale successore, proprio un sordomuto suo discepolo, ma paradossalmente, per la sua disabilità il governo parmigiano non lo accetta e a capo della scuola viene messa un’altra persona, incapace di proseguirla, tanto che nel 1855 il Ducato di Parma è l’unico Stato italico privo di un istituto per non udenti.