Economia,  Età contemporanea

28.8.1885. Lo sciopero del pane chiude la prima epoca sindacale

28 agosto 1885 – Scoppia lo sciopero del pane, per costringere i negozianti ad accettare i turni di lavoro, così da offrire occasioni di guadagno anche ai tanti disoccupati di Parma.

La società di mutuo soccorso fra pastai e fornai è una delle più potenti della città. In pochi anni, guidata dal mazziniano e un po’ anarchico Odoardo Alfieri detto Mignola (“piccoletto”), ha ottenuto molte concessioni. Nei forni di Parma, le prestazioni a cottimo ora sono pagate ed è abolito il lavoro notturno. La prossima conquista – predica Mignola – deve essere la turnazione fra i lavoratori, per ridurre finalmente la disoccupazione.

Ma questa volta i padroni dei forni non ci stanno. Quando al posto dei soliti lavoranti, rimasti apposta a casa, se ne presentano altri, i negozianti preferiscono chiudere bottega. Allora Mignola proclama lo sciopero.

Davanti a tutte le panetterie di Parma, picchetti impediscono a chiunque di entrare.

Ma le cose non vanno come se le immaginano i promotori dell’agitazione. Il lavoro è fermo giusto da un paio di giorni, quando un gran numero di donne va a casa di Mignola e gli urla contro parole irripetibili: sono le mogli degli scioperanti, preoccupate perché a casa non arriva più (letteralmente) la pagnotta.

Intanto, i padroni delle attività ferme protestano con sempre maggior pressione sulle autorità. Il 5 settembre, il prefetto Eugenio Argenti, arrivato in Emilia solo l’anno prima, ordina di arrestare tutti i promotori dell’iniziativa. Alle cinque del mattino, i carabinieri irrompono nell’abitazione di Odoardo Alfieri per metterlo in manette; va così anche per altri otto compagni di lotta. Immediatamente processati, il 12 settembre sono tutti condannati per eccitamento allo sciopero e minacce ai colleghi che non volevano partecipare.

Lo sciopero del 28 agosto 1885 è un disastro. La stagione del sindacalismo era iniziata da pochissimo e prometteva grandi risultati. Ma l’intervento di forza che mette termine alla protesta dei fornai, soffoca anche il primo impeto riformista dei lavoratori di Parma. Nelle settimane successive agli arresti, sono cancellati i precedenti accordi (torna il lavoro notturno) e vengono licenziati molti aderenti allo sciopero. È un colpo a tutto il movimento operaio nazionale, perché Parma nella seconda metà dell’Ottocento è un laboratorio delle rivendicazioni dei lavoratori.

Il sindacalismo legato alle società di mutuo soccorso di stampo anarchico morirà definitivamente un decennio più tardi, quando le “Leggi eccezionali” del 1894 porteranno allo scioglimento nella sola provincia di Parma di ben 22 organizzazioni operaie.

Le rivendicazioni dei lavoratori dovranno ripartire da capo, su basi più moderate, attraverso le Camere del lavoro che proprio in quel momento stanno nascendo.

Gente dell'Oltretorrente a inizio Novecento
Gente dell’Oltretorrente a inizio Novecento

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