27.5.1409. Il crudele condottiero Ottobuono Terzi
27 maggio 1409 – Il crudele condottiero Ottobuono Terzi viene ucciso a tradimento.
Niccolò III d’Este lo ha convinto a incontrarlo a Rubiera di Reggio, con la falsa promessa di una tregua. Mentre allunga la mano per stringere quella di Niccolò, Ottobuono viene colpito da una spada alle spalle. Poi altri arrivano a finirlo.
Il corpo di Ottobuono è trascinato fino a Modena. Qui è fatto a pezzi e le diversa membra appese in bella vista sopra le quattro porte principali della città. Si dice che una gran folla si accanisca sul cadavere, riducendone molte parti in poltiglia graffiandolo con le unghie. E perfino che alcuni contadini facciano cuocere il fegato di Ottobuono, oppure il cuore, per poi mangiarlo. La testa è stata staccata prima dello scempio: infissa su una lancia, è portata a Felino e qui tenuta per anni. Felino è feudo di Jacopo Rossi, un vescovo, che come tale piange la morte del nemico, ma poi – come politico – ordina che la testa sia trafitta ed esposta.
Ottobuono è un comandante militare dei più abili del suo tempo. Al servizio di vari potenti, soprattutto di Milano, finisce col costruirsi una propria signoria, con il centro maggiore a Parma, dove è nato attorno al 1360. I duchi di Milano gli devono così tanti soldi per i molti servizi che ha reso loro, che permettono a Ottobuono di prendersi Parma, Reggio, Borgo San Donnino e molti altri centri.
Perché tanta brutalità contro di lui? Perché lui per primo in vita è stato brutale. Non si contano i villaggi, paesi, città, castelli che in 30 anni di guerre ha fatto depredare e dare alle fiamme, le persone che ha messo a morte o rapito a scopo di riscatto. Combatte quando qualcuno glielo chiede e combatte quando quel qualcuno deve pagare i suoi servizi ma non ha soldi: il bottino al posto del soldo.
Ha cambiato casacca tante volte e molti alleati diventano nemici. Ha una mania: ogni volta che un ex alleato gli si mette contro, lo fa dipingere in qualche piazza impiccato a testa in giù, come la carta dei tarocchi che simboleggia il tradimento.
I suoi rivali principali sono i Rossi di Parma. Nel 1403, Ottobuono ordina di impiccare chiunque maggiore di 10 anni parteggi apertamente per i Rossi.
Presa Parma nel 1404, caccia tutti quelli della fazione dei Rossi, anche i bambini. Man mano che questi escono da porta San Michele, vengono spogliati di ogni oggetto prezioso che hanno addosso. Poi Ottobuono ordina di depredare chiese e monasteri. Quando scopre che qualcuno ha nascosto 3.000 fiorini nel convento di San Quintino, ne scaccia le monache. Sono rapinate anche le botteghe dell’arte della lana. Poiché stavano coi Rossi molte famiglie dell’Oltretorrente (Co’ di Ponte nel XV secolo), stabilisce che lì non debba abitare più nessuno.
I caporioni di Ottobuono, Giacomo dalla Croce e Bartolomeo Gonzaga, razziano Carignano, Corcagnano, Vigatto e Alberi rapendo moltissime persone, anche bambini di 18 mesi. Qualche settimana più tardi, fa arrestare anche la gente in odor di amicizia coi Rossi ancora in città, compresi i bambini dai 6 anni in su.
Il 21 novembre 1404, in Ghiaia sono arse sul rogo tre donne incatenate fra loro al collo, colpevoli di aver portato vestiti e informazioni agli avversari.
Gli atti di efferatezza attribuiti ad Ottobuono sono molti. Succede che viene ucciso un suo servitore, un certo Merlino che spesso rallegrava le feste con canti e balli. Per vendetta, Ottobuono ordina di uccidere e tagliare a pezzi 170 persone che stavano nelle carceri di Parma.
Quando la ricca famiglia Zoboli si rifiuta di prestargli un’ingente somma di denaro, il tiranno fa imprigionare il vecchio Benedetto Zoboli, il suo giovane figlio Guglielmo ed i due bambini di questo.
Non solo a Parma Ottobuono ha fama di crudele. Nell’inverno in cui le sue truppe occupano Piacenza, per scaldare i soldati fa demolire decine di case per poter bruciare travi e mobili nei falò.
Nel 1406, a Milano vorrebbe sterminare tutti i ghibellini, ma è a fatica frenato dal governatore Jacopo Dal Verme. Per tenerlo buono, gli sono versati 100.000 fiorini d’oro – somma ingente – e 400 buoi.
Nel 1407, Ottobuono si mette a fare il pirata sul Po. Il colpo migliore gli riesce in agosto, quando cattura un trasporto di stoffe in viaggio da Milano a Venezia del valore di 150.000 ducati, e cattura pure i mercanti per chiedere un riscatto.
A questo punto Jacopo dal Verme diventa nemico di Ottobuono e nel 1408 il milanese manda una spia per cercare si sobillare i soldati del parmigiano. La spia è scoperta: le sono cavati gli occhi e mozzate le mani. Poco più avanti Dal Verme muore e Ottobuono costringe i poeti di Parma a comporre versi che ne infamino la memoria.
Passa qualche mese e viene scoperto un nuovo complotto. Il tiranno fa decapitare 65 fra parmigiani e borghigiani. Altre 27 persone sono uccise per non aver saputo tenere un avamposto catturato da Orlando Pallavicino.
Un altro avversario di Ottobuono è Michele Cottignola. Lui e i 32 uomini con cui è catturato vengono rinchiusi i galera e condannati ad essere ogni giorno presi a secchiate d’acqua gelata.
Con un simile curriculum, probabilmente Ottobuono sapeva che non sarebbe morto nel suo letto in tarda età…