27.11.1902. Lo strano caso dell’uomo caduto nel burrone
27 novembre 1902 – La Corte d’Assise di Parma è chiamata a decidere su un caso singolare. A Bore, qualche mese prima, un uomo è precipitato in un burrone. Lo hanno tirato su in uno stato pietoso, ma ancora cosciente, ed ha subito accusato un oste della zona di averlo spinto laggiù nel precipizio. L’oste, invece, dice che si è gettato da solo, con lo scopo di frodarlo, pretendendo risarcimenti per una colpa che non ha.
Il processo è iniziato il giorno prima. In due giorni sfilano 31 testimoni ed un trentaduesimo, defunto da poco, ha lasciato una memoria scritta.
Il fatto risale alla tarda sera del 10 agosto. Quel giorno, a Bore c’è la fiera, che ha attirato gente da vari centri della Val Taro e della Val d’Arda. Verso le undici, Giovanni Setti trova un uomo che dorma sul fieno, nella stalla della sua osteria. Irritato, la caccia via. Questo si chiama Lorenzo Negri ed abita ad una decina di chilometri da lì. È lui che, pochi minuti dopo, cade nel burrone.
Qualcuno lo sente urlare dal basso. Scende a soccorrerlo. Arriva un medico, che capisce subito che il torace è malamente rovinato. Ha preso anche un pesante colpo alla testa. Viene trasportato prima di nuovo nell’osteria di Setti e poi in ospedale. Qui muore otto giorni più tardi, con un polmone bucato dalle costole rotte e una frattura al cranio.
Appena recuperato dal baratro, accusa subito Setti di averlo spinto. Per questo, il brigadiere della stazione di Pellegrino il giorno dopo arresta l’oste.
Ma c’è un precedente. Quel Negri morto per la caduta, qualche tempo prima già era cascato giù da un muro, sempre accusando qualcuno di averlo spinto e pretendendo un risarcimento; ma si era poi capito che aveva fatto tutto da solo per ottenere un po’ di denaro. E anche questa volta, un testimone racconta di averlo sentito parlare in ospedale con la moglie dei bei soldi che sarebbero arrivati per i danni della caduta.
Gli avvocati in aula si impegnano in arringhe che durano ore, pro e contro l’oste Giovanni Setti, pro e contro il morto Lorenzo Negri. Poi viene la sentenza.
I giudici credono alla versione del primo: Negri si è buttato sperando di lucrare un indennizzo, prendendosi un rischio troppo grande. Setti, dopo 77 giorni può uscire dal carcere e ritornare su in Appennino, nella sua locanda a Bore.