Cultura & Società,  Epoca Moderna

27.11.1810. Canova, Maria Luigia e il ritratto non pagato

27 novembre 1810 – Antonio Canova, lo scultore più in voga del momento, grande maestro del neoclassicismo, ha terminato il ritratto di Maria Luigia che gli servirà per immortalarne le fattezze nel marmo.

È l’imperatore Napoleone a pretendere questo lavoro. Alla fine di agosto 1810, l’imperatore ordina a Canova la statua di Maria Luigia. L’artista, che si trova a Firenze, chiede di poter rinviare l’opera alla primavera successiva, ma da Parigi gli intimano di iniziare subito e di arrivare al più presto in Francia. Canova non può che obbedire.

Chissà perché Napoleone ha così fretta… Ha forse intuito che questa statua non terminerà come lui l’avrebbe voluta?

A Parigi, la coppia imperiale riceve lo scultore due volte in ottobre e due in novembre, nel Castello di Fontainebleau. Il 27 novembre Canova scrive ad un amico di aver terminato il progetto dell’opera:

Oggi sarà terminato il ritratto, somigliantissimo, per quello che ne dicono le persone che lo hanno finora veduto, e per gliela dire in un orecchio, senza una sola seduta; così in due piedi con qualche occhiata di tratto in tratto, e mentre l’Imperatrice si divertiva con le sue dame al bigliardo, per due sole volte. Ho voluto scegliere un momento piuttosto allegro, che serio, onde poter prendere il vantaggio possibile da una fisionomia non tanto facile”.

Canova impiega ben tre anni per terminare la commessa. Realizza la statua in creta. Poi ne fa un modello in gesso. Infine, ecco la scultura vera e propria in candido marmo. L’opera è fatta a Roma e la sua spedizione a Parigi tarda perché l’imperatore non versa il compenso pattuito, 2.800 luigi d’oro.

Si arriva dunque al 1814, alla caduta dell’imperatore ed il suo esilio all’Elba. E la statua resta a Canova.

Maria Luisa, che nel 1815 è nominata duchessa di Parma, sa di questa statua e chiede di averla nel suo nuovo piccolo regno. Maria Luigia andrebbe volentieri di persona a Roma per incontrare Canova, ma da Vienna la sconsigliano, perché nella Città Eterna ci sono troppo bonapartisti nascosti e qualcuno potrebbe pensare male. Per trovare un accordo sulla statua, si muovono allora alcuni ambasciatori.

La scultura arriva a Parma nel 1817, ma non prima di un ultimo intervento dell’artista.

Canova ha dato a Maria Luigia le fattezze della Concordia: simboleggia il ritrovato accordo fra Francia e Austria, siglato con il suo matrimonio col Bonaparte. Maria Luigia, più grande del naturale, è seduta su un trono. In origine, sul trono stavano le insegne imperiali, ma ora Maria Luigia non è più imperatrice. Così, Canova riprende in mano lo scalpello ed elimina le insegne. Senza più riferimenti a Napoleone, la statua può essere spedita a Parma.

Il 28 aprile 1817, la duchessa assiste personalmente all’apertura della cassa con la quale la statua è stata trasportata fino a Colorno. Qui l’opera resta fino al 1848, quando è spostata nella Galleria della Pilotta.

Canova aveva scolpito anche due busti di Maria Luisa. Uno, donato all’ex imperatrice dagli ufficiali del reggimento nel 1822, è oggi nella Biblioteca Palatina. L’altro, invece, poiché la duchessa non era intenzionata a pagarlo, viene modificato da Canova e trasformato in un viso ideale, eliminando i tratti riconoscibili.

Antonio Canova, Maria Luigia d'Asburgo in veste di Concordia,
Galleria Nazionale di Parma, Palazzo della Pilotta.
Antonio Canova, Maria Luigia d’Asburgo in veste di Concordia,
Galleria Nazionale di Parma, Palazzo della Pilotta.

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