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27.10.1782. Paganini nella “fottutissima città”

27 ottobre 1782 – Nasce Niccolò Paganini, violinista così virtuoso e personaggio tanto ricercato quanto schivo, che qualcuno lo ha definito la prima rockstar della storia. E qualcun altro ha detto che per essere così bravo deve aver fatto un patto col diavolo.

Figlio di un musicista, impara a suonare vari strumenti già da bambino. A 12 anni, il padre lo porta a Parma per perfezionarsi col maestro Alessandro Rolla. Quando lo sente far vibrare l’archetto, Rolla afferma di non aver nulla da insegnare al giovane, ma lo invia a Ferdinando Paer e Gasparo Ghiretti per ampliare le sue conoscenze tecnico musicali. Nei mesi seguenti compone musica e si esibisce a Colorno e Sala Baganza.

Al termine di uno di questi concerti, si avvicina un ammiratore: “Se sonate a prima vista questo concerto di violino, vi do questo istrumento, ed io lo guadagnai”, racconterà Paganini.

Purtroppo, il ragazzo a Parma guadagna anche qualcosa di molto meno desiderato: l’infermità. Il pessimo clima emiliano lo fa ammalare di polmonite e le ancor peggiori cure a base di salassi con le sanguisughe lo indeboliscono notevolmente. Non si riprenderà mai del tutto.

Riparte per suonare ed insegnare musica in mezza Italia e poi a Vienna, a Praga, a Parigi, a Londra, superpagato, superammirato, superchiacchierato. Lui coltiva la fama avvolgendosi di un alone di mistero: fuori dai concerti non si mostra e non parla, non pubblica la sua musica, nessuno lo vede esercitarsi.

Nel 1833 sente il bisogno di stabilire una propria sede. Non la natia Genova, perché ha litigato col padre. Allora Parma. Acquista una bella villa nel verde a Gaione, che ancora porta il suo nome, con 30 ettari di prato ed un lago. Qui, qualche contadino ha detto di averlo sentito provare i virtuosismi sulle quattro corde. È il rifugio dove tornare fra tournée e tournée. È un nascondiglio, per sfuggire non solo agli ammiratori, ma anche agli scandali.

Su Paganini sono iniziate infatti a girare voci delle più diverse, (quasi) tutte inventate. Che sia un dongiovanni seduttore (perfino le sorelle di Napoleone Elisa e Paolina sono state sue amanti). Che abbia ucciso un uomo. Che ne abbia uccisi tanti, come un serial killer. Che le donne le obblighi con la violenza a sottostare ai suoi desideri, altrimenti come potrebbe averne tante?, lui che è così brutto, sdentato, con le braccia spropositatamente lunghe. Che sia il diavolo? A Vienna, uno spettatore cieco non crede che un uomo solo possa produrre quella musica; “Allora è il diavolo!”, grida dalla platea, e i giornali gli fanno da eco in tutta Europa.

Nel 1835, Maria Luigia lo invita a lavorare nel Teatro Regio, aperto da pochissimi anni, dove diventa direttore musicale. Ma dura poco. Già nel 1836 viene dimesso, per invidie e maldicenze, e lui lascia sbattendo la porta: “Me ne vado per sempre da questa fottutissima città, piena di nobiltà ignorante ed imbecille”, dice dei parmigiani. La villa di Gaione resta vuota.

Paganini tornerà a Gaione un’ultima volta il 3 maggio 1845, cinque anni dopo la morte, avvenuta a Nizza. Il vescovo di là, infatti, ha vietato di dargli sepoltura (come si poteva seppellire il diavolo!?), così il corpo viene imbalsamato e tenuto a lungo in casa. La salma è infine portata a Gaione e segretamente inumata nella pieve parrocchiale dopo un funerale nella chiesa della Steccata; neppure il vescovo di qui ci tiene a dar pubblicità al tenebroso maestro. L’ultimo viaggio è del 1876, quando i resti mortali del violinista eccelso e terribile sono traslati al cimitero della Villetta, per divenire meta dei pellegrinaggi dei fan che a distanza di un secolo e mezzo continuano a ricordare Niccolò Paganini.

La scultura dedicata a Niccolò Paganini posta il 21 aprile 2022 in piazzale Boito, accanto al Conservatorio di Parma, opera dell’artista Marco Belotti

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