
27.1.1806. Napoleone ordina 60 morti e 5 o 6 villaggi bruciati
27 gennaio 1806 – Giunge a Parma Jean-Andoche Junot, nuovo amministratore della città, con poteri speciali per punire le rivolte antifrancesi in Appennino.
L’imperatore Napoleone in persona verga gli ordini per l’antico e fidato amico Junot:
“Fate bruciare cinque o sei villaggi, fate fucilare una sessantina di persone, compite atti esemplari estremamente severi”, “non risparmiare nessuno”, “quando ribelli come quelli di Parma corrono alle armi e si fanno giustizia da soli, tutti i soprusi, gli eccessi di tirannia dei miei agenti, sono scusati a mio vantaggio”.
Perché Napoleone ce l’ha tanto con i sudditi dell’occupato Ducato di Parma? Perché l’anno prima, quando sono imposte coscrizione obbligatoria e requisizioni di muli, asini, formaggi e vino e proibiti i matrimoni religiosi, in molti centri della montagna i contadini imbracciano le armi e scacciano i funzionari transalpini.
La ribellione interessa inizialmente l’alto piacentino, ma poi passa anche al parmense, coinvolgendo Salsomaggiore e tutta la Val Taro.
In realtà, quando Junot arriva a Parma, la rivolta è già sopita. Conoscendo lo strapotere del Bonaparte, le autorità locali hanno fatto di tutto per convincere i montanari a ritirarsi. E questi seppelliscono l’ascia di guerra appena è detto loro che l’obbligo di partire per la guerra è revocato (che senso aveva chiedere a Parma 12.000 giovani, a fronte dei 500-1000 di tutti gli altri dipartimenti dell’impero?).
Ma Napoleone è arrabbiato. Teme che i fatti dell’Appennino possano diventare un precedente per il resto dell’Europa aggiogata al suo bastone. Così vuole a tutti i costi la vendetta. Vuole una punizione esemplare. Ordina di dare alle fiamme il villaggio di Mezzano in Val Trebbia, il primo che si sollevato, di fucilare un parroco già arrestato dichiaratamente amico dei rivoltosi e di condannare trecento o quattrocento persone.
Per eseguire il comando, Junot istituisce due commissioni militari, una a Parma e una a Piacenza. Mezzano è bruciato: ora si chiama Mezzano Scotti. Le condanne sono 44, delle quali 21 con pena di morte. I francesi fucilano anche due preti. Altri tre accusati muoiono in carcere prima del verdetto. Napoleone ha avuto il castigo dimostrativo che chiedeva.

disegno di Horace Vernet, 1820, Museo Glauco Lombardi

