26.9.1907. La statua di Bottego, contestata dal primo giorno

Facebook Twitter Pinterest 26 settembre 1907 – Viene inaugurato nel piazzale della stazione il monumento a Vittorio Bottego, opera che fece discutere allora, tanto quanto fa discutere oggi. La statua rappresenta Vittorio Bottego di San Lazzaro parmense in abiti militari, con la spada in mano e lo sguardo perso all’orizzonte. Accanto a lui, o più esattamente sotto di lui, sono due guerrieri oromo (etnia etiope), che simboleggiano le valli dell’Omo e del Giuba, esplorate da Bottego; i due guerrieri sono riversi a terra, in posizione di sconfitti, dominati. L’autore del gruppo è Ettore Ximenes, artista di Palermo, scelto perché disposto a lavorare gratis. Era un ammiratore di Bottego. Quando la sua opera venne mostrata all’ampio pubblico intervenuto all’inaugurazione, togliendo il telo che la copriva, metà dei presenti applaudirono. L’altra metà invece fischiò e protestò. Più o meno per le stesse ragione per cui la statua è stata contestata anche in tempi molto recenti. Chi è Vittorio Bottego? Un’ampia pubblicistica, in gran parte prodotta nel Ventennio, lo presenta come un pioniere delle esplorazioni geografiche, il David Livingstone italiano. Ma i sui viaggi nel Corno d’Africa furono oggetto di critiche già da quando era in vita, e le sue relazioni contestate dai colleghi. Fu accusato di presentare come esplorazioni scientifiche quelle che erano scorribande per accumulare avorio. Di non aver risparmiato la violenza per costringere tutti coloro che incontrava a sostenerlo in questo suo scopo. Di esercitare il brigantaggio, causando così molte vittime. Di aver rubato sia parte dei finanziamenti destinati alle spedizioni, che gli appunti di compagni di viaggio, riutilizzati per passare come capace osservatore. I giornali L’Idea e Avanti! sostennero sempre queste accuse, mettendo in dubbio l’opportunità di dedicare a Bottego una statua. Il 26 settembre 1907, a fischiarne l’inaugurazione arrivarono per lo più persone legate ad ambienti sindacali e socialisti, ma anche in campo cattolico vi erano già a inizio Novecento forti posizioni anticolonialiste (“Via dall’Africa!”, gridavano alcuni ancora nelle Giornate rosse del 1914). Già allora era chiaro che Bottego è sostanzialmente un campione del colonialismo. Oggi, nell’epoca del Black lives matter la statua di un uomo bianco in divisa sovrastante due africani sottomessi è incomprensibile. Ma pure nel momento della sua realizzazione tante persone non l’avrebbero voluta. Chissà se è per questo che il 7 giugno 2007, quando il monumento è stato ricollocato dopo un restauro contestuale al rifacimento di piazzale Dalla Chiesa, a Bottego è stato fatto uno scherzo. La Sovrintendenza ha ordinato di girarlo: per 100 anni Bottego ha guardato verso l’affascinante oriente, come aveva voluto Ximenes, che vedeva in Bottego una figura carica di valori e ispirazione; ora punta verso nord, solo per rispettare la simmetria al piazzale, ridotto ad ornamento.