
26.6.1770. I misteriosi uccelli sotto vetro di Fourcault
26 giugno 1770 – A Parigi, di fronte a Luigi XV e alla famiglia reale di Francia, padre Jean-Baptiste Fourcault presenta i suoi uccelli sotto vetro, un mistero mai svelato, che ancor oggi conserva il Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma.
Fourcault è un frate dell’ordine dei Minimi con la passione della tassonomia. Dedica tutto il suo tempo a imbalsamare animali: mammiferi e pesci, ma soprattutto uccelli. Ama sorprendere. Così inventa scene con le sue bestioline impagliate che raccontano le favole morali di Fedro o Esopo. Ma non gli basta. Inventa allora anche una tecnica segreta per inserire le sue composizioni in campane di vetro dal collo strettissimo, come le navi in bottiglia, che però a metà Settecento ancora non esistono. Undici di quelle campane, a 250 anni di distanza, ci sono ancora, tutte a Parma.
Nato vicino a Digione il 4 maggio 1719, Fourcault impara ad imbalsamare a 26 anni da un giovane francese che aveva soccorso dopo averlo ritrovato abbandonato nudo per strada, per chissà quale motivo. Dopo tante prove, nel 1760 allestisce il suo primo laboratorio di imbalsamatore nel convento di Macon.
Acquistata una certa fama, nel 1762 lascia la Francia per l’Italia. Fa tappa a Torino, ma è a Parma che l’anno seguente trova casa, chiamato per partecipare all’educazione dell’infante don Filippo e nominato ornitologo di corte. Gli viene assegnata una rendita ed un appartamento nel palazzo della Pilotta. Qui vivrà il resto della vita, perfezionando la sua arte.
I primi esperimenti con le bottiglie sono del 1765 e nel 1771 sente di aver raggiunto la perfezione. All’interno di cilindri trasparenti, l’ornitologo mette pettirossi, passeri, fringuelli, rondini… ma anche volatili di grandi dimensioni come cornacchie, cuculi e civette. Fra i mammiferi, resta uno scoiattolo sotto vetro.
Di queste sue creazioni si parla ormai ovunque, tanto da essere chiamato perfino a mostrarle al re di Francia, in questo 26 giugno 1770. E poi anche a papa Pio VI, che incontra a Roma nell’ottobre 1774, lasciandogli in dono tre campane di vetro con uccelli, poste al gabinetto del Collegio romano (oggi perdute).
Gli animali imbalsamati di Fourcault sono il primo nucleo del Museo di storia naturale di Parma, da lui fondato nel 1766. Alla sua morte, nella collezione ci sono 52 campane di vetro. Nei versi di Carlo Innocenzo Frugoni, sono così descritte: “Fourcault, che i morti augelli fa parere ad arte vivi, studia a fargli adorni e belli, tuttochè di vita privi”.
Le campane trasparenti, una volta sigillate, permettono di conservare perfettamente ciò che contengono, senza neppure un granello di polvere. Ma ciò che attira davvero è il mistero su come abbia fatto a imbalsamare animali attraverso colli di bottiglia davvero stretti: 15-30 centimetri. Nel tempo, molti si sono posti la domanda, nessuno ha trovato la risposta. Per chiarire che non è un trucco, il giorno del suo 54° compleanno, nel becco di una ghiandaia sotto vetro Fourcault inserisce anche un bigliettino che afferma che davvero questo uccello è passato per il collo della bottiglia così di tanto più stretto.
Eppure, pare che il monaco ornitologo abbia scritto anche la soluzione dell’enigma. Proprio dopo aver incontrato Luigi XV, verga un manoscritto con la descrizione delle sue segrete tecniche, poi lo sigilla e lo lascia agli archivi dell’Accademia delle scienze di Parigi, con l’indicazione di non aprirlo prima della sua morte. Ma questo testo, di cui parla un elogio funebre scritto subito dopo la morte da un anonimo che conosce molti dettagli della vita di Jean-Baptiste Fourcault, nessuno pare averlo mai ritrovato.
Il naturalista muore a Firenze il 3 agosto 1775, nel viaggio di ritorno da Roma a Parma. Ha lasciato un museo e un segreto capace ancora di incuriosire.



