Cultura & Società,  Epoca Moderna

26.5.1885. La mascalcia ritorna tempio

26 maggio 1885 – Prima cerimonia nella riconsacrata chiesa di San Tiburzio. L’antichissimo oratorio nel centro di Parma, che la tradizione ricorda come prima cattedrale della città, è stato riconsacrato dopo essere rimasto “chiuso per diverso tempo e profanato”. Profanato? Sì, perché la chiesa, per decenni è stata usata come mascalcia: la sede di veterinari e maniscalchi.

San Tiburzio, nel ‘500 era diventato l’oratorio di un convento di suore, le Convertite di santa Chiara. Nel 1805, Napoleone caccia via le monache e tempo dopo il convento viene venduto a pezzi, chiesa compresa. La compra un tal Campanini, che cura animali, uno dei primi e rari veterinari del XIX secolo a Parma. E nell’oratorio impianta il suo ambulatorio. L’edificio passa poi a Vincenzo Campanini, figlio di quello, di cui continua la professione. Vincenzo vende San Tiburzio ad un collega, Antonio Zimmerl. Nel 1875, Tancredi figlio di Antonio cede l’edificio alla Congregazione di Carità di Parma, che lo ristruttura per restituirlo al culto.

Nell’Ottocento, i veterinari sono anche maniscalchi. Curano qualsiasi bestia venga loro portata, ma soprattutto cavalli, e fra i compiti più frequenti dei veterinari c’è il ferrarli. Nel XIX secolo, la mascalcia è disciplina che si apprende alla facoltà di Veterinaria.

Così, per un lungo periodo la chiesa di San Tiburzio è stata abitata da animali ammalati, con una stalla dove era l’ingresso più antico e lo scarico per gli escrementi là dove vi fu un ossario; fucina, incudine e martello al posto dei banchi dei fedeli.

Finché la Carità, affidandosi all’architetto Pancrazio Soncini, non ricostruisce il tempio in forme simili a quelle della riedificazione settecentesca. Lo fa perché ha bisogno di uno spazio in cui collocare i monumenti dedicati ai propri benefattori, in particolare ad un certo Marco Rossi Sidoli, che dopo una vita da peccatore – era usuraio – ha lasciato tutto a questo ente benefico per rifarsi una reputazione.

Il vescovo Giovanni Andrea Miotti riconsacra San Tiburzio il 21 maggio 1885, ma per l’inaugurazione ufficiale si attente il 26, festa di san Filippo Neri, patrono della Congregazione di Carità. E infatti per qualche anno San Tiburzio muterà nome proprio in San Filippo.

Ma per San Tiburzio, restare chiesa non è destino. L’oratorio verrà sconsacrato ancora negli anni Dieci per fungere da magazzino di derrate alimentari negli anni della guerra. Successivi tentativi di usarlo come cappella universitaria e chiesa ortodossa non avranno gran fortuna. Oggi in San Tiburzio si tengono mostre e si celebrano matrimoni con rito civile.

Dettaglio della volta di San Tiburzio a Parma, con l'Assunzione della Vergine di Luigi Giovanni Gaibazzi (1877) e fiori dell'installazione permanente Florilegium di Rebecca Louise Law (2020)
Dettaglio della volta di San Tiburzio a Parma, con l’Assunzione della Vergine di Luigi Giovanni Gaibazzi (1877) e fiori dell’installazione permanente Florilegium di Rebecca Louise Law (2020)

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