
26.4.1994. In difesa della Costituzione italiana
26 aprile 1994 – Invitato dal rettore Nicola Occhiocupo, nell’aula magna dell’Università di Parma, il prete, giurista e padre costituente Giuseppe Dossetti tiene un memorabile discorso in difesa della Costituzione italiana.
Classe 1913, Dossetti aveva conosciuto Parma e i parmensi negli anni della Resistenza, senza imbracciare armi ma fornendo ai partigiani cattolici le basi politiche e teologiche dell’opposizione ai nazifascisti. Nel 1946, è proprio il collegio di Parma a votarlo membro dell’Assemblea costituente, così come due anni dopo lo eleggerà deputato per la Democrazia cristiana.
Esperto giurista, Dossetti è anche fra gli organizzatori del concilio Vaticano II, dove collabora col cardinal Giacomo Lercaro. Con lui, scrive il discorso per la prima Giornata della pace del 1968, che critica la guerra in Vietnam, posizione che non piace a papa Paolo VI, tanto da doversi ritirare in convento in Terra Santa. Ma negli ultimi anni della sua vita, Dossetti torna sulla scena pubblica, per promuovere il rispetto della Magna Carta italiana.
Le parole pronunciate davanti agli studenti di Legge a Parma sono le più chiare e incisive; tornano di attualità ogni volta che qualcuno che ha conquistato un posto di potere crede di poter imporre la propria visione senza limite alcuno:
“Non lasciatevi influenzare da seduttori fin troppo palesemente interessati a rifiutare ogni regola. È proprio nei momenti di confusione o di transizione indistinta che le costituzioni adempiono la più vera loro funzione: cioè quella di essere per tutti punto di riferimento e di chiarimento”.
Il testo su cui si fonda l’Italia spiega che la democrazia non è tanto la possibilità – data a chiunque – di ambire al potere, ma al contrario la “diffusione del potere fra una pluralità di soggetti distinti”.
La Costituzione è “una luce orientatrice e una forza aggregante, capaci di vivificare una nuova intesa fra tutte le componenti tradizionali del nostro popolo, e di stimolare e presiedere a una ripresa collettiva che non ci faccia perdere, forse per sempre, l’ora della storia”.
“Cercate quindi di conoscerla, di comprendere in profondità i suoi principi fondanti, e quindi di farvela amica e compagna di strada”.
“Essa può garantirvi effettivamente tutti i diritti e tutte le libertà a cui potete ragionevolmente aspirare; vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento, per qualunque cammino vogliate procedere e per qualunque meta vi prefissiate”.
Ogni tante vale la pena rileggere queste appassionate e sagge parole.

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Succede il 26 di aprile:

