Cultura & Società,  Età contemporanea

26.3.1924. Caterina femminista alternativa

26 marzo 1924 – Muore Caterina Pigorini, che ha rappresentato il primo femminismo a Parma, seppur in forme che le femministe di oggi non riconoscerebbero mai.

Nata a Fontanellato il 24 settembre 1845, sorella dell’antropologo Luigi, educata privatamente nella Rocca dei Sanvitale, trova nella scrittura la sua realizzazione.

Da autodidatta, diventa la prima antropologa applicata ai costumi ed usi popolari delle diverse regioni italiane. Giornalista di razza, collabora con un numero infinito di corsivi pubblicati da Corriere della Sera, Gazzetta di Parma, Fanfulla di Roma, La Nuova Antologia, Gazzetta del Popolo di Torino, L’illustrazione italiana e molti altri giornali. È anche autrice di racconti e di un romanzo.

Dotata di naturale temperamento polemico e di una penna appuntita, Caterina nel corso di 50 anni di attività, diventa nota in tutta Italia, al punto che, in questo 26 marzo 1924, anche la regina madre Margherita invia condoglianze. In vita ha avuto come amici, fra tanti altri, anche Giuseppe Verdi e Giosuè Carducci.

In un testo del sindaco di Parma Alessandro Cugini, di lei si dice:

“Illustre rappresentante di Parma in quell’invadente femminismo odierno, onde la donna dalla casa in cui era regina, è passata per gradi alle scuole di medicina, di chimica, di giurisprudenza, e da queste al letto dell’infermo, agli istituti industriali, alle aule dei tribunali, alle cattedre agli uffici postali, telefonici, telegrafici, e presto arriverà alle urne politiche, respingendo in quest’opera multiforme l’uomo, o almeno mettendosi al pari con lui”.

Uno dei temi preferiti di Caterina è proprio la condizione della donna. Ne scrive e ne parla in conferenze nelle scuole e nelle fabbriche. Ma il suo è un femminismo che non verrà accettato.

Non cerca tanto e soltanto l’emancipazione della donna, ma piuttosto un riconoscimento sociale. Uno dei suoi primi testi, pubblicato quando ha 19 anni, è la Lettera sull’educazione femminile, che fa discutere tutta Italia. Il primo di molti interventi sulla questione. A suo dire, va tenuto presente il dato biologico oggettivo: solo le donne fanno figli. Le donne allora, a parere di questa femminista di fine Ottocento, devono difendere il loro ruolo di mogli e di madri, devono possedere il gusto di affascinare i maschi ed avere un cuore per curare la famiglia. Senza che tutto questo, naturalmente, determini un deprezzamento rispetto agli uomini.

Per Caterina la questione è questa: riconoscere uguale dignità al ruolo della donna e al ruolo dell’uomo, ma senza cancellare i ruoli.

Per le donne, Caterina sogna la possibilità di coltivare la mente, la libertà di esprimersi, un’educazione ai sentimenti. Restando donne come ai suoi tempi si intende “donna”. Un femminismo sociale e non individuale.

Le rivoluzioni sociali del secondo dopoguerra e la società liquida del III millennio hanno consegnato alla storia posizioni come quella della protofemminista Caterina Pigorini.

Caterina Pigorini Beri
Caterina Pigorini Beri
Poesia di Jacopo Sanvitale dedicata a Caterina Pigorini,
da Cenni biografici del conte Jacopo Sanvitale per Caterina Pigorini, Parma 1867
Poesia di Jacopo Sanvitale dedicata a Caterina Pigorini,
da Cenni biografici del conte Jacopo Sanvitale per Caterina Pigorini, Parma 1867

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