Età contemporanea,  Politica

26.12.1856. Un cannone per l’indipendenza d’Italia

26 dicembre 1856 – Parma dona un cannone alla città di Alessandria, in vista dell’attesa guerra con l’Austria per il controllo del settentrione d’Italia.

La Seconda guerra d’Indipendenza italiana ha il suo prologo sul mar Nero, in Crimea, dove la Russia nel 1856 è sconfitta da una coalizione di potenze europee, mettendo così fine alle mire espansionistiche dello zar verso occidente. Una guerra che avvicina la Francia al Piemonte, alleanza fondamentale nella lotta contro Vienna.

Ma il Piemonte è povero. In Crimea ha speso molto. La Prima guerra d’indipendenza l’aveva persa. Così al poeta e giornalista Norberto Rosa lancia una sottoscrizione internazionale per munire la cittadella di Alessandria, considerata tassello fondamentale nelle difese sabaude: la “sottoscrizione patriottica Cento Cannoni di Alessandria”, come cento sono le città italiane.

Da Parma, i tanti che già avevano combattuto nel 1848, accolgono l’appello. Nonostante il governo ducale sia legatissimo a Vienna, in città sono raccolte 1.520 lire devolute al governo di Cavour a Torino assieme a questo messaggio:

Al magnanimo pensiero di Vittorio Emanuele di provvedere, colle fortificazioni d’Alessandria, alla patria indipendenza, esultammo nei nostri cuori, e facemmo voti perché venga conseguito l’altissimo fine che si propose quel generoso ed ottimo Re! E per dar segno d’animo grato e riverente verso chi tenne in tanto amore il ben comune d’Italia, offeriamo quello che s’è potuto, nelle nostre condizioni, raccogliere; e speriamo che uno dei cannoni d’Alessandria porterà il nome Parma”.

Le 1.520 lire sono più che sufficienti per comprare il cannone. In tutto, l’iniziativa frutta 151.914,21 lire, con le quali si comprano 128 cannoni (circa 1.187 lire ciascuno). I nomi delle città offerenti sono incise in un monumento di bronzo ancor oggi esistente ad Alessandria, Parma compresa.

Alessandria era stata scelta perché l’Austria stava finanziando proprio il Ducato di Parma per rinforzare delle strutture militari di Piacenza, così da poter attaccare il Piemonte sia da nord che da sud in caso di conflitto.

La guerra scoppierà davvero nel 1859, senza però coinvolgere né Alessandria né Piacenza. I 100 cannoni restano muti.

Alla fine del breve scontro – la Seconda guerra d’Indipendenza dura 77 giorni in tutto – Parma voterà per l’annessione al Regno di Sardegna, perdendo la sua indipendenza a 314 anni dalla fondazione del Ducato.

Monumento ai 100 cannoni di Alessandria, in piazza della Libertà ad Alessandria
Monumento ai 100 cannoni di Alessandria, in piazza della Libertà ad Alessandria

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