26.12.1555. Un condottiero contro il re dei pirati
26 dicembre 1555 – Colpito da un colpo di archibugio, muore il prode soldato Alfonso Sanvitale, nemico del temibile corsaro Dragut.
Alfonso è un giovane capitano, che ha avuto il battesimo di fuoco giusto tre anni prima, all’età di 22 anni. In quell’occasione, ha difeso il castello di famiglia a Sala Baganza dall’assedio di Ottavio Farnese. I cannoni del Farnese battono con forza le mura della rocca, ma il Sanvitale, che ha ordinato per tempo adeguati rinforzi, resiste, e ogni volta che gli artiglieri si fermano per ricaricare, i suoi contrattaccano. Quella battaglia è un successo.
Dragut è invece un pirata navigato (in ogni senso…). È il più abile corsaro al servizio del sultano di Costantinopoli. Dopo aver devastato più volte le coste di Liguria, Napoli e Sicilia, è stato catturato in Corsica e messo al remo su una galera. Ma dopo quattro anni, venduto come schiavo, è stato liberato con un riscatto principesco ed ha ripreso le sue scorribande con sempre maggior successo. Ora è comandante della flotta ottomana, viceré di Algeri e signore di Tripoli.
Nel 1552, mentre Alfonso Sanvitale difende la rocca di Sala, Dragut sconfigge la flotta genovese e saccheggia le Cinque Terre e l’isola d’Elba.
Chi se li immagina i pirati a Monterosso, Corniglia, Manarola… Eppure alla metà del Cinquecento ci sono davvero, e rubano, incendiano, rapiscono uomini, donne e bambini.
Grazie alla vittoria di Sala, il nostro Sanvitale viene notato dai generali dell’imperatore Carlo V, che gli affida il comando di due compagnie di mercenari lanzichenecchi. L’imperatore lo manda proprio a combattere Dragut, all’isola di Ponza. E il nostro tiene testa ai pirati e li caccia prima che facciano danno! Sanvitale fa parte dell’armata di Andrea Doria.
Così racconta il letterato Bonaventura Angeli qualche anno più avanti:
“Nel crudel conflitto havuto tra Monte Circello, & l’Isola di Ponza essendo nella vanguardia tutto di sangue molle, & brutto, non solo per forza salvò la sua galera; ma combattendo valorosamente fù cagione che altre si salvassero”.
Dragut scappa. Porta le sue navi a sud, andando in cerca di più facili bottini sui litorali della Puglia, dove assedia Vieste, uccide 5.000 persone e i sopravvissuti li cattura per rivenderli come schiavi.
Intanto, Carlo V, ancor più convinto del valore del giovane soldato Sanvitale, gli chiede di combattere i francesi prima a Siena e poi in Piemonte. A Valfenera, il Sanvitale aggiunge un’altra vittoria ancora al suo palmarès. L’imperatore lo premia facendolo cavaliere di Santiago.
Quando la minaccia del pirata torna a mostrarsi in Toscana, nel luglio 1555, potrebbe mancare nella formazione difensiva il nostro Alfonso? Dragut ha 22 fra galeotte e fuste. Attracca a Piombino e sbarca i suoi 1.500 giannizzeri. I tedeschi di Sanvitale li attendono in campo aperto:
“urtarono gagliardamente ne Turchi con le picche basse con bell’ordine, & molto ardire, [gli ottomani] cominciarono à piegare in maniera che vi restarono quasi tutti morti”.
È l’ennesimo successo. Il più grande. La maggior parte dei navigli ottomani viene affondato e gli altri fuggono ciascuno per suo conto. Il Sanvitale riporta a casa due stendardi presi al nemico, che invia a Firenze, dove sono esposti nella basilica di San Lorenzo.
Dragut abbandona l’Italia e si rivolge contro Malta. Qui muore colpito da una pietra il 18 maggio 1555.
Alfonso Sanvitale, dopo Piombino è mandato ad assediare Sarteano, operazione che rientra nella guerra allora in corso fra Firenze e Siena. Nel corso di un assalto, viene colpito da un colpo di arma da fuoco e anche lui muore, sette mesi e otto giorni dopo il suo maggior nemico.