26.10.1913. Seggi aperti anche a poveri ed analfabeti
26 ottobre 1913 – Per la prima volta in Italia, anche i poveri e gli analfabeti partecipano al voto. Tutti i maschi dai 30 anni in su possono esprimere la loro preferenza per la formazione della Camera dei deputati, anche senza reddito, anche senza titolo scolastico.
In provincia di Parma sono 53.239 gli elettori che si recano alle urne, oltre il doppio che la volta precedente, anche se restano una minoranza; il censimento del 1911 conta 342.455 abitanti nel parmense, sei volte gli elettori.
Nel Regno d’Italia, fino al 1913 gli analfabeti e chi non paga un minimo di tasse o di affitto, sono esclusi dai seggi. Ma la riforma entrata in vigore quest’anno cancella ogni limite per gli uomini maggiori di 30 anni; solo i militari in servizio non possono esprimersi. Le regole sul censo e i titoli restano per chi ha fra 21 e 29 anni, con diverse eccezioni in favore di chi svolge professioni o ha ricoperto incarichi pubblici.
Quella del 1913 è la diciassettesima volta che si vota per il parlamento. A piccoli salti, gli elettori salgono di numero. Nel 1861, appena nato il Regno, votano 2.611 parmensi, la metà esatta di chi potrebbe farlo. Il 1870 registra la più bassa affluenza di sempre: appena il 34,5%. Quota tremila voti espressi viene superata nella tornata del 1876. Nel 1882 una riforma amplia il diritto di voto a chi pur senza reddito svolge mestieri di una certa considerazione, e così nel parmense i votanti balzano a 9.636 e 10.628 nel 1886.
Pur senza ulteriori novità normative, la passione per la politica fa sì che se nel 1897 gli elettori sono solo 8.472 (53,6%), nel 1900 tornano a 10.706 (60%), nel 1904 diventano 14.789 (67%) e ben 20.157 nel 1909 (72,3%). Cifra che il suffragio universale maschile per gli over 30 raddoppia e più, anche se non tutti approfittano dell’estensione del diritto: nel 1913 l’affluenza si attesta sul 63,2%.
In questo 26 ottobre 1913, i parmensi eleggono Giuseppe Micheli, Emilio Faelli, Agostino Berenini, Guido Albertelli e Alceste De Ambris, tutti al primo turno, senza bisogno di ballottaggi, che invece ci saranno il 2 novembre in quasi tutti gli altri collegi italiani.
La legge elettorale cambierà ancora per le elezioni 1919, quando le regole per i trentenni saranno estese anche a tutti i maschi dai 21 anni di età. E allora a partecipare al voto a Parma unita con Piacenza saranno ben 228.930 persone (62,7%), ma quello è un altro mondo, è la nascita della società di massa, dopo la violenta cesura della Grande Guerra.