Età contemporanea,  Politica

26.10.1814. Il Risorgimento all’osteria

26 ottobre 1814 – Il giovane Ferdinando Hazon entra a far parte della truppa del Ducato di Parma, giurando fedeltà alla duchessa Maria Luigia. Ed effettivamente le rimane fedele… fino alla prima occasione utile per ribellarsi.

Il sottotenente Hazon è una delle guardie della truppa ducale che nel 1831 partecipa ai primi moti risorgimentali, quando anche a Parma un gruppo di cittadini si solleva e riesce per alcuni giorni a creare un governo liberale, spingendo la duchessa a scappare a Piacenza.

Sono diversi i soldati e sottufficiali che ispirati da idee rivoluzionarie abbandonano le fila per passare dalla parte dei rivoltosi, anche se i modi per dimostrare la simpatia per le idee nuove più che eroica è goliardica.

Come testimonia il cameriere Giuseppe Invernizzi della Locanda dell’Inglese, nei giorni del governo provvisorio, tutte le sere Ferdinando Hazon, dimenticando il giuramento fatto in quel 26 ottobre 1814, si incontra con un gruppo di commilitoni brindando “alla salute della Nazione” (l’Italia) e alla libertà, e costringendo tutti gli avventori ad unirsi agli inni. E poi, dopo tanti bicchieri, in piazza Grande a gridare “le più grandi contumelie contro la Sovrana”.

I suoi compagni di bisboccia… cioè, volevamo dire di rivoluzione, sono il fratello Napoleone (nientemeno che l’alfiere del reggimento di Maria Luigia), il sottotenente Giuseppe Bianchi (che della duchessa è guardia del corpo!), l’ufficiale Gemma, il tenente Remigio Bossi, il soldato Ricodano Malaspina e il tenente Luciano Curtarelli.

Bianchi, che l’esercito lo ha nel sangue essendo nipote di un generale, ha un motivo tutto personale per ribellarsi alle istituzioni: ha chiesto il permesso di sposarsi, ma i suoi superiori glielo hanno negato; solo il governo provvisorio del 1831 gli dà la licenza per le nozze. E allora si brinda e si manda a quel paese Maria Luigia!

Malaspina avrà modo di pentirsi sinceramente di questi eccessi giovanili, tanto da riguadagnarsi la fiducia del governo ducale arrivando ai titoli di alfiere e grande scudiere di Corte e a fare da testimone al battesimo di Enrico di Borbone, figlio del duca Carlo nel 1851.

Chiusa la parentesi della rivolta, Maria Luigia rientra a Parma e si chiude tutto a tarallucci e vino: nessuna pena per Ferdinando Hazon e gli altri soldati traditori, solo un lungo periodo di precetti di visita e sorveglianza. Hazon farà carriera nel ramo dei pompieri dell’esercito ducale, arrivando a comandare il corpo di Piacenza, tuttavia, del gruppo dell’osteria dell’Inglese sarà quello che resterà più vicino alle idee nazionaliste, combattendo come volontario nella Prima guerra d’indipendenza nel 1848.

Il Risorgimento è stato anche questo. Non solo con gli eroi esaltati da una storiografia mitizzata si è fatta l’Italia, ma anche con giovani un po’ perdigiorno e un po’ opportunisti.

Soldati reggimento Maria Luigia 1815,
disegno di Quinto Cenni, 1907 – New York Public Library
Soldati reggimento Maria Luigia 1815,
disegno di Quinto Cenni, 1908 – New York Public Library

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