25.9.1328. Rolando Rossi che ebbe la città e la regalò al suo nemico
25 settembre 1328 – Un’assemblea di ben 800 uomini radunati sulla platea comune (piazza Garibaldi) elegge Rolando Rossi signore di Parma. All’unanimità, gli assegnano tutte le funzioni proprie del Comune e del Popolo e anche la difesa militare.
Per governare Parma, l’assemblea elegge un consiglio di otto sapienti, due per porta. Ma Rolando vuole gestire tutto da solo e fa come fanno i capitani di ventura: si occupa delle questioni militari, trascurando il resto e comportandosi come un piccolo dittatore.
Crea una guardia del corpo personale e impone tasse per pagare nuove reclute per il suo piccolo esercito. A chiunque accetta di combattere al suo fianco, promette l’amnistia da qualsiasi crimine. Fa scavare fossati tutto intorno alle mura di Parma e chiude alcune delle porte, così che la città sia più facile da difendere in caso di assedio.
Rolando ha costruito il suo potere usando le armi e sa che altri come lui potrebbero venire a toglierglielo. Ragionamenti più complessi non gli appartengono: il coevo Giovanni Villani lo dice “uomo grasso e materiale”.
Il Rossi si è prodigato in ogni modo per arrivare alla signoria su Parma. Ha scacciato i guelfi Sanvitale. Poi si è avvicinato a sua volta ai guelfi mettendosi al servizio del cardinale Bertrando del Poggetto. Poi tradisce del Poggetto e si fa paladino della causa ghibellina invitando a Parma sia l’imperatore Ludovico il Bavaro – che non viene –, che il suo rivale Giovanni di Boemia – che viene –.
Ebbene, non passano che cinque anni, e Rolando Rossi si ritrova a brigare ancor di più per liberarsi della città!
Nel 1334, Mastino della Scala, signore di Verona, rivale di Rolando, attacca Parma e poi anche Colorno. Per difendersi, il Rossi arma finanche i contadini. Ma è disperato. Teme per la vita sua e dei suoi fratelli. Allora parte. Va fino ad Avignone e prega il papa – altra giravolta – di prendersi Parma: le truppe papali sono le uniche che possono fermare Mastino. Benedetto XII, però, Parma non la vuole.
Allora va a Milano e Parma la offre ai Visconti. Ma neppure loro accettano, per non mettersi contro l’amico Mastino. Alla fine Rolando ha un’idea geniale. Arriva a Verona e regala lui stesso Parma al rivale!
A Parma manda un messo, giusto per far sapere ai cittadini che rinuncia alla signoria e che andrà a vivere in Veneto. A Mastino non servono assemblee come quella del 25 settembre 1328. Lo scaligero entra in città il 12 ottobre 1335 dando per scontato che sia sua.