25.8.383.Gli infami taifali favoriti dall’imperatore Graziano
25 agosto 383 – L’imperatore romano d’occidente Flavio Graziano viene ucciso dopo la rivolta di molte delle sue legioni. Il motivo della ribellione è il favore con cui Graziano ha trattato le ormai molte tribù barbare penetrate nell’impero. Fra coloro che non hanno apprezzato i provvedimenti di Graziano a vantaggio dei barbari ci sono anche gli abitanti del parmense.
Pochi anni prima, alla fine del 377, l’imperatore ha ordinato di cedere terre attorno a Parma, Reggio e Modena alla tribù dei taifali, che al seguito di un capo di nome Farnobio avevano superato i confini settentrionali dell’impero. Questi sono subito combattuti, ma quando Farnobio viene ucciso, tutti i sopravvissuti sono perdonati e accolti dalla massima autorità romana. Portati in Italia, giunti in Emilia, da nomadi abili cavallerizzi, i taifali si reinventano agricoltori.
Se Graziano ha mandato proprio qui questo popolo – probabilmente di origine celtica – è perché altri eventi precedenti hanno spopolato le campagne del parmsense, del reggiano e del modenese. Ma non per questo gli autoctoni accettano di buon grado i nuovi venuti. Basta leggere come li descrive lo storico Ammiano Marcellino, che scrive pochi anni dopo. Riferendosi propri ai taifali da poco insediati a Parma, dice:
“Ci risulta che questa stirpe dei Taifali è così infame ed immersa nella vergogna d’una turpe vita, che fra loro i giovanetti si accoppiano ai maschi con un patto di unione immenzionabile per consumare il fiore della loro età in sozze relazioni. Se poi qualcuno, ormai adulto, riesce a prendere da solo un cinghiale o uccide un grande orso, si libera dall’infamia di questa turpe relazione”.
Fossero stati simpatici, di loro sarebbero rimasti ricordi ben diversi… E forse Graziano avrebbe vissuto più a lungo.