25.7.1902. Ragazzina abusata senza giustizia
25 luglio 1902 – Una ragazzina di 15 anni di nome Gilda Zatelli viene stuprata a Parma. Il 30 agosto successivo, è arrestato con l’accusa di violenza carnale Attilio Simonetti, 30 anni, portiere del Reale istituto tecnico. Del caso discute tutta la città. Fra l’11 e il 12 dicembre si svolge il processo, ma la testimonianza della vittima per i giudici non è sufficiente: Simonetti viene assolto e manterrà il suo posto nella scuola fino alla morte, nell’estate 1926.
Secondo il racconto della vittima, Gilda nel pomeriggio di questo 25 luglio si trova a casa Simonetti in borgo Felino, dove lavora come apprendista sarta, assieme ad un’altra ragazza di nome Olga. Il signor Attilio è steso sul letto e osserva la ragazza. Si lamenta del suo poco impegno. Lei si alza, beve un bicchier d’acqua e spruzza le ultime gocce sul viso di Simonetti. Lui sta fumando. Chiede ad Olga di uscire a comprargli un sigaro nuovo. Rimasto solo con Gilda, l’uomo si getta sulla giovane e ne approfitta carnalmente, nonostante le resistenze di lei. La quindicenne torna a casa sanguinando. Alla madre dice di essere caduta dalla sedia, ma non è credibile, allora confessa la violenza. Ha paura di Attilio Simonetti e dice che è successo in strada, con un vecchio. La madre insiste e alla fine Gilda ammette che il responsabile è Simonetti.
Per un po’ la famiglia tace. Poi denunciano in Questura. E Simonetti è arrestato.
Dice la verità Gilda? Il medico Cugini, incaricato dal magistrato, visita la ragazza e stabilisce che davvero è stata violentata attorno al 25 luglio. Simonetti conferma di essere rimasto solo con lei, e così anche Olga. Ma il portiere dell’istituto tecnico ha una buona fama (in realtà è già stato processato per furto, assolto per mancanza di prove) e soprattutto è un uomo. Così i giudici preferiscono credere a lui, che semplicemente nega la violenza.
Gilda Zatelli si sposerà quattro anni dopo e si trasferirà a Milano. Ha due sorelle: la minore si chiama Giulietta ed è sposata col meccanico Romualdo Agosti, uomo che il troppo bere ha reso violento ed avaro. Giulietta non commette lo stesso errore di Gilda: poiché la giustizia di Stato non rispetta le donne, dopo aver subito per anni le percosse del marito, si fa giustizia da sola e il 10 settembre 1924 gli spara sei colpi di rivoltella mentre dorme nel letto.