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25.7.1316. Dante Alighieri ambasciatore a Salso (forse)

25 luglio 1316 – Una rivolta in città scaccia il signore Giberto da Correggio. Chi ha organizzato i tumulti? Niente meno che Dante Alighieri! È questa un’ipotesi possibile, che gli scarsissimi documenti sulla biografia del grande poeta non potranno mai confermare o smentire definitivamente.

Giberto è signore di Parma esattamente da 13 anni, dal 25 luglio 1303, quando la fazione guelfa della città gli ha conferito pieni poteri.

In questi anni, l’Italia è lacerata dall’inconciliabile rivalità fra guelfi e ghibellini, che segna l’intera esistenza tanto di Dante, quanto di Giberto.

Giberto sogna una grande signoria guelfa estesa a Piacenza, a Reggio, a Cremona. Ma mentre questo governa Parma, i signori ghibellini di Verona, Milano e Mantova, con le famiglie parmensi dei Rossi e dei Lupi – pure loro di parte ghibellina – lavoravano per toglierlo di mezzo.

E qui arriva Dante. Arriva – è l’ipotesi – al castello di Contignaco, vicino a Salsomaggiore, conquistato al principio del 1315 dal suo parente Paolo Aldighieri. Dante è allora al servizio di Cangrande della Scala, che lo avrebbe mandato come diplomatico, o come spia, per tirare le fila della rivolta che si vuole far scoppiare a Parma.

E infatti, in questo 25 luglio 1316, il popolo si solleva e costringe Giberto da Correggio, che ha lasciato il grosso della sua guardia a Cremona, a fuggire in esilio. Fra quelli che inveiscono contro il dittatore c’è anche Paolo Aldighieri.

La missione di Dante è compiuta. Qualcuno è convinto che il viaggio nei boschi fino a Contignaco gli serva di ispirazione per i versi della “selva oscura” o per “la città dolente” della Divina Commedia.

Giberto proverà in ogni modo a riprendersi Parma, organizzando più spedizioni militari, nessuna delle quali vittoriosa. Muore nel 1321, di nuovo in un 25 luglio (!).

Sarà vero o non sarà vero che Dante ha fatto l’ambasciatore a Parma? Una traccia di qualche suo passaggio a Parma c’è: ne conosce il dialetto, che critica seccamente nel De Vulgari Eloquentia, sostenendo sia parlata troppo scurrile per essere considerato degno del rango di lingua. Tutto il resto rimane nella leggenda.

Ritratto di Dante Alighieri dipinto da Sandro Botticcelli e sullo sfondo il castello di Contignaco, fortezza degli Aldighieri
Ritratto di Dante Alighieri dipinto da Sandro Botticcelli e sullo sfondo il castello di Contignaco, fortezza degli Aldighieri

2 Comments

  • robigrazia@alice.it

    Buongiorno,mi chiamo Roberto Mancuso e riguardo l’ipotesi che Dante sia stato mandato a Contignaco da Cangrande,vorrei chiedervi di citare gentilmente la fonte da cui avete estratto tale ipotesi,perchè la fonte sono io.Quell’ipotesi appare infatti solo nel mio libro “il castello di Contignaco,la storia e i misteri”,pubblicato nel 2017,tuttora in commercio ,non troverete altro luogo,altro testo,altro articolo, dove venga avanzata quell’ipotesi.Se esistesse vi prego di segnalarmela.Vi ringrazio comunque per aver letto il mio libro e vi invito a seguirne gli sviluppi,perchè da quel 2017 sono emersi anche documenti,che in parte ho già pubblicato.L’ipotesi rimane ipotesi personale,ma mi pare vada acquistando consistenza. Comunque sia, vi ringrazio per aver letto il mio libro e vi invito a seguirmi per conoscere ,se interessa,gli sviluppi della vicenda.Cordiali saluti.

  • igiornidiparma

    Ringraziamo Roberto Mancuso per la segnalazione del volume “Il castello di Contignaco, la storia e i misteri” (2017), acquistabile anche on line.
    La natura assolutamente divulgativa di questo blog sconsiglia il puntuale riferimento alle fonti, ma il lavoro di Mancuso è un utile suggerimento per chi volesse approfondire il legame fra Dante e Contignaco.
    Della questione si parla da molto tempo: è accennata, ad esempio, da Capacchi ne “I castelli parmigiani” del 1984; fu affrontata nel simposio su Dante a Fidenza nel 2002; è ripresa oggi in un gran numero di siti internet dedicati al castello di Contignaco. E pure i giornidiparma.it ha voluto partecipare alla diffusione dell’ipotesi di Dante attivo nel parmense.

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