25.5.1270. Un battistero costato 75 anni di cantiere
25 maggio 1270 – Sette vescovi riuniti a Parma consacrano il battistero della città, terminato dopo 75 anni esatti di cantiere.
Accanto ad Obizzo Sanvitale, il pastore della diocesi parmense, ci sono il suo superiore, l’arcivescovo di Ravenna Filippo Fontana, e gli episcopi di Ferrara, di Bologna, di Modena, di Reggio e di Torres dalla Sardegna.
Durante la cerimonia i tre altari all’interno del magnifico edificio vengono dedicati ai santi Giovanni battista, Andrea apostolo e Cristoforo. Sono nominate anche alcune figure dai contorni oggi non del tutto chiari, i degomani, che avranno compiti di gestione dei battesimi.
In realtà, di battesimi qui se ne fanno già da decenni. I lavori per il battistero erano infatti iniziati nel lontano 1196, diretti da quel genio di Benedetto Antelami, che ha progettato una costruzione innovativa, fatta di pieni e di vuoti come non se trovano di uguali, da erigere interamente in marmo rosa. Solo che questo marmo si trova esclusivamente nella Lessinia e sul monte Baldo, territorio di Verona, e ad un certo punto Parma entra in guerra con Verona, che introduce sanzioni contro la sua avversaria, vietando di venderle il marmo. La conseguenza è che il cantiere del battistero si interrompe e la costruzione resta a metà per parecchi anni.
La vasca è presente fin da prima dei muri, per cui, anche a progetto incompiuto, dal 1216 la si è iniziata ad utilizzare, adattando una copertura provvisoria sulle pareti ancora a metà.
Quando finalmente torna la pace e ripartono i commerci fra Parma e Verona, le maestranze possono riprende il lavoro. Si segue il progetto di Antelami, ma con qualche aggiunta oltre il tetto: guglie ad ogni angolo, una più grande delle altre. È che dal 1196 a questo 1270, il gusto è cambiato: il romanico passa di moda e si impone il gotico. Così il battistero di Parma nasce come eccezionale nel suo genere, il miglior esempio al mondo del passaggio fra i due stili.
A raccontare della costruzione del battistero è un testimone eccellente, Salimbene de Adam, che nelle sue cronache ricorda sia la posa della prima pietra che la conclusione dell’opera:
nel 1196: “Sentii raccontare da mio padre che quando si ponevano le fondazioni del battistero di Parma, lui vi mise delle pietre con scritte e segni di riconoscimento, e che dove fu edificato il battistero c’erano case di miei parenti, i quali – dopo le demolizioni delle loro abitazioni – si trasferirono a Bologna”;
nel 1270: “I parmigiani avevano fatto molte cose buone nella propria città. Avevano infatti completato il battistero nella parte superiore fino alla zona del coperto; e già molto tempo prima sarebbe stato terminato, se Ezzelino da Romano, che aveva la signoria di Verona, non avesse posto impedimento. Infatti il battistero si costruiva solamente con marmi di Verona”.
La consacrazione del battistero lascia ai parmigiani la possibilità di dedicarsi ad altre imprese edilizie. Nel 1284 inizia ad innalzarsi il nuovo campanile della cattedrale, quello con in cima l’angiol d’or.