25.4.1837. Ritrovata in duomo la cattedra di Antelami
25 aprile 1837 – Le ricerche di don Giuseppe Martini e don Luigi Cipelli sono coronate da successo: in Duomo, incapsulata all’interno di una scala di legno, viene ritrova l’antica cattedra episcopale del XII secolo, subito attribuita a Benedetto Antelami, felice scoperta che sostiene il nuovo interesse per il medioevo e la sua arte.
Nei mesi scorsi, nel gennaio 2023, ha riscosso grande attenzione il ritrovamento di un affresco raffigurante una Madonna col bambino dietro un muro nella cripta del Duomo. Ecco, è un po’ come accaduto nel 1837 con l’antica cattedra.
La cattedrale esiste per ospitare la cattedra, ovvero la sedia su cui sta il vescovo quando parla alla Chiesa locale. Ma dov’è la cattedra di Parma? Se ne è persa memoria da secoli, probabilmente proprio da quando è stata costruita quella scala in legno sotto al quattrocentesco ciborio (il baldacchino) che chiude l’abside del Duomo. Martini e Cipelli la cercano da un po’ e in questo giorno, con l’aiuto del conte Francesco Casanova, di don Giovanni Maberini, del cavalier Ginsenio Adorni e del dottor Giovanni Mauri, smontano la scala. Non hanno sbagliato: la cattedra è proprio lì.
La scoperta è presto sulla bocca di tutti. La Gazzetta di Parma diffonde la notizia il 14 giugno. È un trono di marmo rosso, con ai lati in bassorilievo san Paolo che cade da cavallo e san Giorgio che ha ucciso il drago. Sul fronte due telamoni calcano a terra due cani (simbolo della morte sconfitta da Cristo) e reggono i braccioli, sui quali stanno due leoni (forse aggiunti nel XV secolo).
Non è un caso se questa scoperta arriva nella prima metà dell’Ottocento: solo in tale secolo si torna a guardare con interesse al medioevo e si comprende la sua arte, prima di allora vista come rozza. Negli anni immediatamente precedenti a questo 1837, sempre in cattedrale sono stati riscoperti diversi affreschi, a lungo celati da intonaci.
La cattedra episcopale racconta della vita religiosa del XII secolo, quando gli arredi del Duomo vennero completamente rifatti, con un grande lavoro di Antelami e del suo vasto seguito di artigiani e artisti. Fu allora che vennero scolpiti il pulpito che conteneva la famosa Deposizione, l’arca con le reliquie di Abdon e Sennen che è oggi l’altare maggiore e poi la cattedra riscoperta in questo 25 aprile. Un rinnovamento fatto non per caso, ma per sottolineare con le immagini gli insegnamenti del cattolicesimo in risposta a quelli dell’eresia catara, dal 1150 diffusa anche in Italia, che negava ogni valore alla realtà materiale e all’azione salvifica di riti e preghiere. Il compito di Antelami fu proprio aggiungere alla cattedrale simboli che richiamano all’importanza del corpo, del cibo e della tradizione della Chiesa, che i catari negavano.
Gli scopritori della cattedra nel 1837, ai catari e al suo spiritualismo dualista non pensano più. Ma il ritrovamento è comunque motivo di rinnovata appartenenza alla storia cristiana di Parma.