Cronaca,  Medioevo

25.12.1319. Antonio Pelacani e il maleficio per uccidere il papa

25 dicembre 1319 – Antonio Pelacani, medico e filosofo parmigiano noto in tutta Italia, lascia Verona senza farsi troppo notare. Ha compiuto una inconfessabile missione che gli ha affidato il suo mecenate, il signore di Milano Matteo Visconti. Ha contattato un negromante, Pietro Nan, per acquistare un potente veleno, il “succum de mapello” (estratto di aconito). Servirà per un sortilegio che mira alla morte del papa: una statua d’argento raffigurante Giovanni XXII sarà incensata con quella pianta, procurando la morte del pontefice. Le autorità ecclesiastiche, però, scoprono tutto e sia Pelacani che Visconti sono condannati come eretici.

Pelacani è noto per aver scritto una serie di commenti ai testi di grandi sapienti della medicina, come Avicenna e Galeno. Ma anche per una serie di disquisizioni filosofiche su Dio, la mente umana e la composizione dei cieli.

Nel Trecento non c’è una vera distinzione fra la medicina e la filosofia. Non c’è neppure fra la medicina e la magia, o l’astronomia, che poi è anche astrologia. Pelacani è un intellettuale, un sapiente, che come vogliono il suo tempo e la sua società studia e insegna un po’ tutte queste cose. E può pure capitare di restare coinvolto in una malefica stregoneria.

Nella sua lunga carriera di maestro e scrittore, iniziata a Parma, proseguita a Bologna e poi a Padova, Pelacani incrocia anche Dante Alighieri. Il 20 gennaio 1320, nella chiesa di Sant’Elena a Verona disputa con Dante su una speciosa questione: se l’acqua e la terra occupano una sola delle sfere celesti, oppure due distinte. Pelacani è della prima ipotesi, Dante della seconda. Non c’è un vincitore, perché la gran parte dei presenti è del partito ghibellino e lascia la chiesa per non sentire le idee di un guelfo come l’Alighieri.

Chissà, forse anche dietro il processo per il maleficio contro il papa c’è solo la politica: una montatura per mettere alla berlina antipapisti come Matteo Visconti e il suo consigliere Pelacani.

Pelacani morirà nel 1327. Giovanni XXII nel 1334. Che la fattura sia stata fatta davvero o fosse solo un’invenzione, di certo non ha funzionato.

Antonio Pelacani e alcuni studenti,
sepolcro di Antonio Pelacani, 1327, chiesa di San Fermo maggiore, Verona
Antonio Pelacani e alcuni studenti,
sepolcro di Antonio Pelacani, 1327, chiesa di San Fermo maggiore, Verona
Antonio Pelacani con la moglie,
sepolcro di Antonio Pelacani, 1327, chiesa di San Fermo maggiore, Verona
Antonio Pelacani con la moglie,
sepolcro di Antonio Pelacani, 1327, chiesa di San Fermo maggiore, Verona

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.