Età contemporanea,  Politica

25.11.1926. I parmigiani condannati al confino

25 novembre 1926 – La commissione per il confino della provincia di Parma, riunita per la prima volta, condanna all’esilio tutti gli elementi di spicco del Partito comunista della città.

Fin dal 1922, partiti e sindacati subiscono la repressione fascista, ma è solo con le “leggi fascistissime” approvate pochi giorni prima di questo sommario processo che la dittatura si rivela pienamente tale.

Le persone cacciate da Parma sono accusante niente meno che di aver complottato per l’omicidio di Mussolini.

L’11 settembre 1926, a Roma un giovane lancia una bomba a mano contro l’auto del duce, che ne esce illeso perché l’ordigno rotola lontano. In tasca ha anche una pistola, che ha avuto da Vincenzo Baldazzi, uno dei più attivi membri degli Arditi del Popolo, gruppo che come noto ha grande seguito a Parma. Per gli investigatori, all’attentato doveva seguire una rivolta, e da dove poteva partire, se non da Parma, la città che cinque anni prima aveva tenuto testa alle camice nere?

Proprio pochi giorni prima dell’attentato, diversi comunisti e anarchici si sono incontrati in aperta campagna, al Cornocchio. Per parlare di cosa, se non di fare una rivoluzione dopo aver fatto fuori “il capo”?

Per la giustizia ordinaria non ci sono prove. Per la commissione di confino, invece, il quadro è chiaro e tutti si meritano di essere cacciati.

Però non è vero niente. È solo una congettura messa in piedi per aver la scusa per mandare in esilio personaggi scomodi.

Il provvedimento colpisce Giuseppe Isola, Enrico Griffith, Dante Gorreri, Alessandro Abati, Mario Fantoni, Luigi Grolli, Giuseppe Guatelli, Virginio Sassi e Umberto Pagani (che non è comunista ma repubblicano). Guido Picelli si unisce al gruppo a seguito di un castigo analogo deciso a Roma. Sono mandati sulle isole: Favignana, Ponza, Lampedusa, Ventotene.

A Parma, fino a questo autunno 1926, il partito comunista è decisamente vitale, con quattro cellule distinte e – pare – un piccolo arsenale di moschetti e rivoltelle nascosto al Castelletto della Cittadella. Ma tolti di mezzo i capi, il fascismo avrà mano libera anche nella resistente Parma.

Dei principali oppositori parmigiani di Mussolini, Isola trascorrerà 17 anni fra confino e carcere; Gorreri 9 anni; Picelli 5 per poi espatriare in Francia; Griffith poco meno di 5 anni, ma solo perché muore prima di terminare il periodo di relegazione e di poter tornare a Parma.

Gruppo di persone al confino a Lipari, fra le quali Umberto Pagani (primo da sinistra), Guido Picelli (terzo da sinistra), Dante Gorreri (quarto da sinistra) e Paolina Rocchetti (ultima a destra), moglie di Picelli, sposati proprio durante il confino
Gruppo di persone al confino a Lipari, fra le quali Umberto Pagani (primo da sinistra), Guido Picelli (terzo da sinistra), Dante Gorreri (quarto da sinistra) e Paolina Rocchetti (ultima a destra), moglie di Picelli, sposati proprio durante il confino

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Succede il 25 di novembre:

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