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25.11.1360. I primi colpi di cannone contro Parma

25 novembre 1360 – Le soldatesche di Ungari assoldate dal cardinale Albornoz entrano nel borgo di Sant’Egidio, un gruppo di case dirupate poco fuori la porta di San Michele (barriera Repubblica), con l’intenzione di saccheggiare Parma. Combattono con armi nuove, mai viste, anzi, mai sentite: gli schioppi ed i primi rudimentali cannoni, probabilmente delle bombardelle, le antenate dei mortai. È la prima volta che la polvere da sparo scoppia a Parma.

I cittadini sono sgomenti e osservano il fuoco che avvolge le case prese dai mercenari e odono i boati dell’artiglieria nemica. Ma lo smarrimento dura poco. Il giorno dopo, gli Ungari provano a superare le mura assaltando porta San Francesco (barriera Santa Croce), ma si vedono opporre una fiera resistenza (l’Oltretorrente è da sempre imprendibile…). I parmigiani impediscono agli aggressori di entrare in città, reggendo diversi giorni, abbastanza per dar tempo all’esercito di Bernabò Visconti di giungere a disperdere il nemico.

Gli Ungari rinunciano a prendere Parma, ma si accaniscono sulle campagne. Il parmense è devastato per 40 giorni di seguito. Per scacciarli, Bernabò deve pagare i loro comandanti e prendere al suo servizio mille di questi soldati fatti arrivare dal Danubio. Solo il 31 dicembre, gli ultimi Ungari rientrano a Bologna, sede di Albornoz, che deve rinunciare ad ampliare gli Stati della Chiesa.

Scena di assedio affrescata nella Cappella Valeri della Cattedrale di Parma, Vita di Sant'Andrea, Bartolino de' Grossi, 1432-35.
Scena di assedio affrescata nella Cappella Valeri della Cattedrale di Parma,
Vita di Sant’Andrea, Bartolino de’ Grossi, 1432-35.

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