Cultura & Società,  Epoca Moderna

25.1.1657. Il battesimo obbligato di una preda di guerra

25 gennaio 1657 – Gremita di gente, impavesata a festa, la cattedrale di Parma ospita una cerimonia che non si ripeterà mai più. È un battesimo. Il battesimo di una preda di guerra.

Orazio Farnese, giovane condottiero, è morto mentre tornava in patria, dopo aver sconfitto gli ottomani nello stretto dei Dardanelli. Ora, di lui resta solo il bottino conquistato, che lo ha preceduto su di una nave. E fra i vari tesori, c’è anche una giovane mora presa nel corso di scorrerie e conquiste. È lei al centro della cerimonia di questo 25 gennaio. Viene battezzata cristiana non per sua scelta, ma per ordine di Orazio, il suo padrone che non c’è più.

Orazio Farnese, diciassettenne, è partito per Venezia nel febbraio 1653 a capo del contingente parmigiano destinato alla guerra contro i turchi, la Guerra di Candia (Creta). Suo padre Odoardo ha offerto alla Serenissima 2.000 fanti. Orazio, col compenso offerto da Venezia, ne assolda altri mille. Tutti quanti raggiungono l’Adriatico navigando sul Po. Prima di entrare in azione, passa un anno e mezzo. Finalmente, nel 1655 la compagnia si imbarca per l’oriente, con l’ordine di bloccare lo stretto dei Dardanelli. C’è il tempo anche per razziare le isole di Tenedo e Lemno, che non sono distanti.

Il grande scontro fra la flotta veneziana e quella del sultano si consuma il 26 giugno 1656. È una grande vittoria cristiana sui musulmani, con parecchie imbarcazioni catturate. Orazio Farnese si distingue per coraggio e impegno e a battaglia finita gli viene riconosciuta una quota significativa del bottino. Compresa quella ragazza mora che viene ora battezzata in Duomo.

I “mori”, nel Seicento sono indistintamente tutte le persone originarie del nord Africa ed è considerato normale che quelli catturati in guerra diventino schiavi; la stessa cosa accade sul fronte opposto agli europei caduti in mano ottomana.

Le conversioni di questi schiavi al cristianesimo non sono rare, anche se è impossibile ritrovare dati esatti relativi a Parma. Firenze, dove casualmente è rimasta ampia documentazione, offre un utile confronto: tra 1599 e 1724, i battesimi di “turchi” sono mediamente 2,5 all’anno, per due quinti di donne.

Ma la cerimonia del 25 gennaio 1657 non è come le altre. Questa conversione (forzata) è la celebrazione di Orazio Farnese, o meglio: della sua memoria; perché le fatiche della guerra hanno prostrato a tal punto il comandante da farlo ammalare e poi morire. Il principe non è più tornato. può essere ricordato solo esaltando il bottino della battaglia. E la povera donna viene ridotta a mero feticcio. Lei non può che subire ciò che le viene imposto, come un nuovo nome da cristiana, scelto proprio Orazio: Anna Maria.

Il battesimo non implica la liberazione. La ragazza resta serva a casa di nobili piacentini.

La guerra di Candia finisce senza un vero vincitore. Venezia e Costantinopoli si logorano per anni, fino a riconoscere reciprocamente che nessuno riuscirà a prevalere. Venezia perde Creta. I turchi rinunciano ad insidiare i domini veneziani in Dalmazia.

Battesimo dei mori (dopo la reconquista di Granada),
bassorilievo di Felipe Vigarny, Cappella Reale della Cattedrale di Granada, 1552
Battesimo dei mori (dopo la reconquista di Granada),
bassorilievo di Felipe Vigarny, Cappella Reale della Cattedrale di Granada, 1552

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