Epoca Moderna,  Scienza & Tecnica

24.7.(1562) Le noci curative nel giorno del cane

24 luglio – È il giorno giusto per iniziare a raccogliere le noci, la gomma e lavorare la corteccia dello storace, se le volete usarli in composti medicinali. Lo scrive nel 1562 lo speziale Girolamo Calestani, nella prima edizione del suo “Osservazioni nel comporre gli antidoti, et medicamenti“, un manuale per speziali che è una grande svolta nella storia della farmaceutica.

Il parmigiano Calestani, è il primo nel mondo a proporre un manuale per la produzione di medicine organizzato in modo sistematico, con tanto di schemi a grappolo dei diversi composti. Ha appreso questo modo di esporre le cose dalla botanica. E difatti un’edizione successiva sarà dedicata proprio ad un botanico, Giambattista Fulcari, custode dell’orto di Lucca.

Il primo maestro di Calestani (nato il 13 novembre 1510) è stato a Parma Benedetto degli Andreozzi. Poi il nostro è partito per scoprire i segreti degli aromatari di parecchie città italiane. Ne ha ricavato grandi conoscenze, ma anche la consapevolezza che l’arte soffre di una certa confusione, tanto che gli speziali litigano fra loro su non poche ricette di preparazione. E allora gli è venuta l’idea di questo libro ordinato. Dopo la sua pubblicazione, nessun testo di farmaceutica potrà essere organizzato diversamente.

Il grande valore dell’opera di Calestani sarà riconosciuto tardi. Nel Ducato di Parma, solo nel 1667 diventerà la farmacopea ufficiale.

Calestani scrive di sciroppi, di decotti, di confetti, di colliri, di unguenti e di cerotti.

Fra le mille osservazioni registrate, specifica quali operazioni sono da riservare al periodo fra il 24 luglio ed il 26 agosto, o come dice lui, nei “giorni caniculari, i più estivi dell’anno […] quando appare, una stella detta cane” (la parola “canicola”, sinonimo di “afa”, viene proprio da qui).

Una ricetta da preparare con noci raccolte da questo 24 luglio è il diacario di Mesue (διά κάριoν, dià càrion, “con le noci”): “Diacario covenientissimo à coloro, à cui gli scende il catarrho sottile, e acuto dal capo al petto, e alla canna del pulmone, […] se ne beve poco, e si pone ne’ gargarismi“. Uno sciroppo da mettere in dispensa prima che arriva la stagione fredda con i suoi soliti malanni, cinquecento anni fa come oggi.

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