Cultura & Società,  Età contemporanea

24.10.1986. Carlo che prende a bastonate la morte

24 ottobre 1986 – Muore Carlo Brizzolara, uno che della morte non ha paura: da molti anni, la morte la prende a bastonate in testa.

Nato a Noceto nel 1911, Brizzolara nel corso della vita ha fatto tante cose. Seguendo le orme paterne, si laurea ingegnere, brevetta una macchina per produrre concentrato di pomodoro, lavora per la Olivetti, collabora con diversi giornali, soprattutto per la cronaca sportiva, mette su famiglia. Ma è principalmente per i suoi racconti e romanzi per ragazzi che viene ricordato, scritti che da tre decenni divertono e fanno pensare.

Da ragazzo ha frequentato il liceo Romagnosi, compagno di classe di Attilio Bertolucci; la passione per la letteratura gliela ha trasmessa sua mamma Plautilla. Ama scrivere, un po’ di tutto. Ma se sviluppa una speciale verve umoristica è per un’esperienza molto particolare: quattro anni di prigionia in Egitto, nel campo inglese di Geneifa, catturato durante la battaglia di El Alamein, dove combatte con indosso la divisa della Folgore.

Come passare il tempo, nelle lunghe giornate di detenzione? Con quattro compagni, il nostro costruisce dei burattini, un teatrino e inventa storie da mettere in scena. Quando sarà rilasciato, nel 1946, Carlo Brizzolara torna in Italia portandosi dietro i burattini – “teste di pallino”, li chiama, perché Capitan Pallino è il suo protagonista preferito – e l’arte di costruire intrecci capaci di far ridere e riflettere insieme.

La carriera di scrittore inizia nel 1965, con Il pennacchio, che attinge proprio ai ricordi degli anni sotto l’esercito, raccontati con ironia. Lui che allo scoppio della guerra si era arruolato volontario con grande esaltazione, dopo aver visto da vicino i combattimenti capisce che la pace è molto meglio, politica e interiore.

Nei libri successivi, tratta con tono canzonatorio anche di automobili, di sport e di scherzi, libri che alla fine sostengono sempre valori come solidarietà, amicizia, rispetto degli altri. E prende in giro anche la morte.

Nel 1975, a 64 anni di età, Brizzolara dà alle stampe La minghina bastonata, raccolta di copioni di commedie per i burattini. La minghina è la morte, che di solito si rappresenta con uno scheletro disegnato su un pupazzo tutto nero; nella storia di Brizzolara, Fagiolino la tiene lontana a bastonate!

Il senso della vita, lo scrittore di Noceto lo ha trovato nella parola, capace di ridimensionare ansie e ambizioni umane, che siano la guerra, il progresso o le piccole meschinità quotidiane, e perfino il mistero dell’estremo trapasso. Parola che toglie enfasi e pressione, per ritrovare la risata e la gioia del vivere giorno per giorno, fino all’ultimo, questo 24 ottobre 1986.

Carlo Brizzolara
Carlo Brizzolara
Disegno di copertina del libro di Carlo Brizzolara La minghina bastonata (Einaudi, 1975)
Disegno di copertina del libro di Carlo Brizzolara La minghina bastonata (Einaudi, 1975)

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Succede il 24 di ottobre:

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